Il Senato ha approvato nei giorni scorsi, in prima lettura, la legge che stabilisce l’“Incompatibilità tra la carica di Assessore regionale e l’ufficio di Deputato regionale della Regione siciliana”.
Si tratta di una legge costituzionale, che pertanto dovrà essere approvata due volte Da ognuna delle due camere.
Dopo l’approvazione della Camera dei deputati, dovrà infatti tornare al Senato e poi di nuovo alla Camera per l’approvazione definitiva.
Una volta approvata, la legge introdurrà la figura del deputato supplente, che sostituirà il parlamentare eletto che è nominato assessore, per tutta la durata della nomina.
Decaduto da assessore, il deputato ‘titolare’ tornerà negli scranni di Sala d’Ercole, e il supplente invece alle sue comuni attività.
Una delle originalità di questa legge, che si compone di appena due articoli di cui il secondo stabilisce l’entrata in vigore il giorno dopo l’approvazione, è che, sebbene consista nella modifica dello Statuto speciale della Regione, è stata proposta da due deputati di Forza Italia, Gasparri e Malan, che con la Sicilia hanno poco a che fare.
L’Assemblea Regionale Siciliana ha solo espresso un parere, ovviamente positivo, un mese e mezzo fa.
Di fatto, ci saranno 12 deputati potenziali in panchina, tanti quanti sono gli assessori regionali, pronti a entrare all’Ars in caso di nomina ad assessore dell’eletto che lo ha preceduto in lista.
Il senatore siracusano del Partito democratico Antonio Nicita, dopo l’approvazione al Senato, ha commentato con sarcasmo: “Il primo deputato supplente di cui ho sentito parlare per la prima volta è stato Pablo Escobar…”
Il riferimento è al capo del cartello di Medellin, che fu eletto come supplente, alla Camera dei Rappresentanti del Parlamento colombiano, con Alternativa Liberale, movimento scissionista del partito liberale.
“Si tratta di un provvedimento che si vuole far passare come una semplice modifica del meccanismo istituzionale, un mero tecnicismo.
In realtà, si tratta di un patto di potere, una modifica non ragionata degli assetti che regolano i lavori dell’ARS, per risolvere un problema politico della maggioranza che governa la Sicilia, ma che ne crea uno ben più grande ai cittadini siciliani.
Tanto è vero che si abolisce il referendum e si boccia un emendamento che ne rinvia l’adozione alla prossima legislatura”.
Il vero problema è che spesso il primo dei non eletti, che sarà chiamato a supplire il deputato nominato assessore, appartiene ad un partito diverso perché nel frattempo uno o l’altro hanno cambiato partito, con possibili cambi di maggioranza a seconda di quale deputato è nominato assessore.
Nicita richiama l’attenzione sul problema della libertà di azione politica del deputato supplente.
“Come può definirsi libero nell’espletare il suo mandato un deputato supplente, se la sua permanenza all’Assemblea dipende dalla sopravvivenza del governo regionale?
Possiede le caratteristiche politiche e istituzionali per poter svolgere il suo ruolo?
Tutto questo per salvare una maggioranza che sta naufragando per la crisi politica e anche economica in cui versa la Sicilia, guidata da un presidente, Renato Schifani, lui sì già a tutti gli effetti un supplente”.
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