Arrivata per direttissima la risposta della commissione disciplinare della casa circondariale di Siracusa nei confronti dei due detenuti che qualche giorno fa aggredirono un agente della polizia penitenziaria causandogli traumi tali per cui fu necessario l’intervento al pronto soccorso da cui è stato poi dimesso con 15 giorni di prognosi.
Pesante la risposta della commissione, che ha comminato il massimo previsto ai due detenuti: 15 giorni di isolamento, esclusione dalle attività in comune dell’istituto, perdita automatica della liberazione anticipata di 45 giorni che viene applicata ai detenuti che nel semestre di riferimento non hanno tenuto una buona condotta. Questo significa in sostanza 45 giorni di reclusione in più.
La pena potrebbe anche essere aggravata dall’applicazione del cosiddetto 14 bis che applica restrizioni specifiche ai detenuti considerati pericolosi o che turbano l’ordine, limitando la socialità e prevedendo l’alloggio in cella singola, non superiore a sei mesi, prorogabile.
Poi c’è la denuncia penale: l’aggressione al personale di polizia penitenziaria è un reato grave che viene punito con pene significative, che variano da sei mesi a parecchi anni di reclusione, aumentate se si tratta di agenti penitenziari, e possono arrivare all’ergastolo in casi estremi (omicidio), con pene che si aggravano notevolmente per le lesioni o per l’uso di armi.
“L’aggressione a un agente di polizia penitenziaria è considerata più grave, – ricorda il segretario provinciale Osapp della Polizia penitenziaria Giuseppe Argentino -con pene aumentate perché avviene a danno di un pubblico ufficiale che opera in un contesto delicato come l’istitutopenitenziario, in funzione del suo servizio”.
Il Codice penale prevede per questo reato una pena della reclusione da 6 mesi a 5 anni. Se vi sono aggravanti, come l’uso di armi o l’aver causato lesioni al pubblico ufficiale, la pena può aumentare. Inoltre, se il reato viene commesso in concorso con altre persone, le sanzioni possono essere ulteriormente aggravate.
“A questo punto come organizzazione sindacale ci chiediamo: vale la pena aggredire fisicamente un agente di polizia penitenziaria se le conseguenze possono essere così pesanti? – prosegue Argentino- Forse per questi detenuti aggressivi la libertà personale non ha alcun valore, ecco perché andrebbero isolati in circuiti penitenziari particolari con personale numericamente adeguato e preparato ad affrontare questo particolare gruppo di detenuti imprevedibilmente aggressivi”.
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