È un fiume in piena il presidente della Commissione ambiente all’Ars Giuseppe Carta, intervistato dal direttore Gianni Catania ai microfoni di FmItalia.
Carta, visibilmente contrariato per la pubblicazione della risposta del Ministro della Funzione pubblica Paolo Zangrillo ad una interrogazione parlamentare del senatore Pd Antonio Nicita su presunte irregolarità nel concorso per 10 agenti di Polizia locale, indetto nel 2024dal Comune di Melilli, di cui Carta è sindaco. (leggi l’articolo)
Carta si presenta negli studi dell’emittente con un faldone ricco di documenti che dimostrano, a quanto afferma, la regolarità delle procedure, comprese la correzione di un errore della commissione, che ha portato alla ripetizione delle prove orali di alcuni candidati.
Sottolinea come il Tar Catania abbia già respinto la richiesta di sospensiva presentata da alcuni candidati esclusi, rimandando l’esito del ricorso al giudizio di merito.
“Il comune di Melilli ha avuto ragione, i privati non hanno ottenuto la sospensiva, anzi hanno compensato le spese.
Il tribunale ha detto che non c’era il pericolo perché il comune ha dato l’opportunità di ripetere la prova orale.
Quindi su questo mi sento amministrativamente sicuro, gli avvocati hanno bene raccontato quale è stato il profilo e le cose che sono accadute in questi mesi”.
Dopo avere ricordato le vicende che hanno accompagnato la sua esperienza politica in questi anni, tutte concluse in modo a lui favorevole, va all’attacco del Partito democratico, non senza aver prima ricordato la collaborazione in diversi comuni dalla provincia, dove il Mpa ha contribuito tra l’altro all’elezione del sindaco di Lentini Lo Faro, e più recentemente a quello di Solarino Spada.
Carta afferma poi di aver contribuito all’elezione dello stesso Nicita, da lui appoggiato a Melilli, su richiesta dell’ex segretario dell’allora Pds, Mario Blancato, oggi tornato ai suoi studi di Storia antica, al quale rivolge parole di ammirazione e stima.
“Ma purtroppo Nicita oggi svolge un altro ruolo, non quello di senatore del Partito ma quello di braccio armato della vendetta di Mario Bonomo per la sua mancata elezione all’interno del Movimento Popolare Autonomisti ora a Grande Sicilia”.
Il parlamentare regionale ricorda come nel 2022, prima di candidarsi con Mpa, partito di cui Bonomo era allora il segretario provinciale, era stato sul punto di esserlo nella lista del Pd, proprio con il sostegno di Nicita.
“Mi preoccupa che c’è un partito di opposizione che ha dedicato nella sua azione politica dell’ultimo anno esclusivamente al concorso della polizia locale di Melilli”.
Carta mostra all’intervistatore le stampe di alcuni messaggi in cui esponenti del Pd chiedono di aiutare qualche candidato a loro particolarmente vicino.
Carta non fa i nomi ma cita un’avvocata che avrebbe inviato messaggi per raccomandare il marito della sua segretaria per lo stesso concorso per il quale ha poi curato i ricorsi.
Ricorda poi a Bonomo le vicende giudiziarie che ha dovuto affrontare negli anni scorsi, quando era deputato regionale del Pd, vicende che, secondo il sindaco di Melilli, avrebbero dovuto spingerlo su posizioni garantiste.
Lo stesso richiamo Carta lo rivolge a Nicita, ricordando la storia politica del padre, Santi, che fu coinvolto in una inchiesta per presunte tangenti relative alla costruzione dell’Isab.
Si dice poi amareggiato della risposta del ministro Zangrillo, di cultura liberale eletto in Forza Italia, nella quale afferma di avere trasmesso gli atti del concorso alla magistratura già a fine agosto, senza aspettare la conclusione dell’istruttoria degli enti competenti.
“Il ministro non chiede alla Regione se ha determinato ispezioni o ha chiesto qualcosa, perché la competenza sugli Enti locali in Sicilia è della Regione, che dispone di un apposito ufficio ispettivo, e non dello Stato.
È una vergogna che lo stato si comporti così nei confronti di un comune che ha fatto un solo concorso, perché poi di tutte le lettere anonime che hanno fatto circolare, di tutti i soggetti e parentopoli del comune di Melilli, noi non abbiamo mai assunto nessuno, abbiamo accettato mobilità o trasferimenti di persone che sono state selezionata in altri enti e poi è venuta a lavorare a casa dopo anni fuori sede.
Ce ne fossero comuni che facessero rientrare i nostri giovani da altri comuni!”
Un Giuseppe Carta visibilmente amareggiato per le accuse, che ritiene strumentali e prive di fondamento, e per l’atteggiamento ostile del Partito democratico, ma sicuro di dimostrare in ogni sede la correttezza delle procedure concorsuali di cui tanto si parla in questi giorni.
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