
Si è tenuta ieri in seduta straordinaria ad Augusta la riunione della IV Commissione “Territorio e Ambiente” dell’Assemblea Regionale Siciliana, convocata per discutere l’emergenza ambientale in corso nell’area industriale siracusana, aggravata dall’incendio sviluppatosi lo scorso 5 luglio presso l’impianto Ecomac.
La seduta, svoltasi a porte chiuse come da regolamento, ha visto la partecipazione di diversi soggetti istituzionali e associativi.
Tra gli invitati, anche il Comitato Stop Veleni, rappresentato da Cinzia Di Modica e Giusi Nanè, che è intervenuto nella parte conclusiva dei lavori, dopo gli interventi di parlamentari regionali, sindaci del territorio, rappresentanti di Arpa, Asp, Vigili del Fuoco, associazioni ambientaliste come Italia Nostra e Legambiente, oltre che del prefetto uscente Signer e del direttore Arpa, Vincenzo Infantino.
Durante i lavori, è emersa con chiarezza una grave carenza: l’assenza totale di una comunicazione efficace verso la cittadinanza nei momenti più critici dell’incendio.
Nessuna informazione tempestiva è stata fornita ai residenti, che hanno visto oscurarsi il cielo a causa della densa nube nera e maleodorante.
Secondo diversi amministratori presenti, tra le cause di questa mancata allerta vi sarebbero stati il continuo cambiare dei venti, il ritardo nella diffusione dei dati da parte di Arpa e una confusione sulle competenze tra enti.
“Prima si doveva capire cosa stava succedendo e cosa c’era nell’aria, solo dopo si poteva allertare la popolazione,” è stata la giustificazione più ricorrente.
Tuttavia, per il Comitato Stop Veleni, questa situazione mette ancora una volta in luce l’assoluta inadeguatezza del sistema locale nel gestire emergenze ambientali, una costante in un’area già martoriata da incidenti e guasti frequenti.
Nel suo intervento, Cinzia Di Modica, in qualità di portavoce del Comitato, ha riportato le numerose segnalazioni giunte da cittadini preoccupati per la propria salute, e ha denunciato episodi inquietanti, come quello di medici che avrebbero sconsigliato ai pazienti di recarsi al pronto soccorso per sintomi legati all’incendio, per non “intasare i nosocomi locali”.
Il Comitato ha chiesto: l’inserimento delle centraline di monitoraggio dell’aria attualmente escluse dal Piano di vigilanza ufficiale.
L’installazione di campionatori ad alta precisione per la diossina, vista la presenza di un inceneritore ad Augusta e il progetto di realizzarne altri.
Un intervento legislativo serio, colmando il “vuoto normativo” che grava sul Sin (Sito di interesse nazionale) siracusano e sul Piano regionale di tutela della qualità dell’aria.
Il Comitato Stop Veleni ha espresso grande delusione per il tono generale della seduta: “La sensazione restituita è stata sconfortante.
Temiamo che nessuno voglia assumersi responsabilità per quanto accaduto”.
il pensiero dei rappresentanti del Comitato è andato alla recentissima sentenza 20381/2025, che ha riconosciuto la giurisdizione italiana in materia di danni ambientali legati ai cambiamenti climatici e alla mancata adozione di misure adeguate.
“Invitiamo chiunque percepisca una lesione al proprio diritto di vivere in un ambiente salubre a presentare denuncia alle autorità competenti,” ha concluso Di Modica.
“La giustizia ambientale passa anche dalla cittadinanza attiva e dalla partecipazione collettiva”.
Il Comitato ha ribadito il proprio impegno a contrastare quella che definisce una “campagna di disinformazione di massa” e a difendere i diritti dei cittadini siracusani, anche a costo di rimanere una voce isolata in mezzo al silenzio istituzionale.
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