
L’Amministrazione comunale ha deciso di impugnare il recente decreto regionale che autorizza la realizzazione di un nuovo impianto di stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi nella zona del porto commerciale, precisamente nei piazzali di Punta Cugno.
Il sindaco Giuseppe Di Mare ha annunciato che è stato conferito mandato ai legali del Comune per presentare ricorso al Tar e, parallelamente, per attivare un ricorso straordinario al presidente della Regione.
Inoltre, è già stata trasmessa all’Ente che ha emanato l’autorizzazione una richiesta formale di annullamento in autotutela.
Secondo il primo cittadino, si tratta di un atto dovuto in difesa della città e della salute pubblica. Il sindaco ha ribadito che la tutela del territorio non è una prerogativa esclusiva degli ambientalisti o di chi, in campagna elettorale, cerca consensi sfruttando la paura dei cittadini.
La mobilitazione contro il provvedimento ha trovato sponda anche nel Partito democratico di Augusta. Il segretario cittadino del Pd, Fiorindo Passanisi, ha definito “incredibile” l’autorizzazione rilasciata alla ditta Hub Cem Import Export, soprattutto perché consente l’installazione di un impianto tre volte più grande rispetto all’Ecomac, a soli 600 metri dal centro abitato.
Un’area, tra l’altro, già colpita da gravi criticità ambientali, come dimostrato dal recente incendio avvenuto il 5 luglio proprio all’interno dell’impianto Ecomac, che ha generato emissioni di diossine ben oltre i limiti fissati dall’Oms, coinvolgendo anche i territori di Melilli, Priolo e Villasmundo.
I consiglieri comunali del Pd, Milena Contento e Giancarlo Triberio, hanno chiesto la convocazione urgente di un Consiglio comunale straordinario, con l’obiettivo di fare luce sull’iter che ha portato al rilascio dell’autorizzazione e verificare eventuali omissioni o irregolarità.
Il decreto assessoriale del 12 giugno, che ha dato via libera all’impianto, è stato definito “irresponsabile” non solo per la tempistica, ma anche perché privo dei necessari pareri da parte di Asp, Arpa e del Comune stesso.
Particolarmente grave, secondo il Pd, è l’utilizzo improprio del meccanismo del “silenzio-assenso”, espressamente escluso dalla normativa regionale del 2019 per procedimenti con impatto ambientale e sanitario.
L’annullamento in autotutela del provvedimento è stato chiesto già dal coordinamento “Salvare Augusta” che sottolineato una serie di criticità: dalla distanza minima non osservata rispetto al centro abitato, alla prossimità con le saline – area sottoposta a tutela – fino all’assenza di valutazioni di impatto ambientale (Via) e dei pareri obbligatori previsti dalla legge.
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