
Anziani abbandonati e lavoratori in nero in una Rsa di Palermo.
È quanto hanno accertato i finanzieri del comando provinciale di Palermo che stamattina hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali con cui il Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto l’interdizione all’esercizio di attività imprenditoriali per 2 persone, nonché il sequestro di circa 100.000 euro e di un immobile.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo, sono state indirizzate
all’individuazione di fattispecie di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (cosiddetto caporalato), nonché alla verifica del corretto trattamento degli anziani ospitati in una Rsa palermitana.
In tale contesto, sarebbe stato rilevato uno stato di grave abbandono in cui versavano gli ospiti della struttura, la cui assistenza sarebbe stata prestata da dipendenti assunti in nero, sottopagati e privi di qualsiasi qualifica sanitaria o assistenziale, necessaria per lo svolgimento delle mansioni cui erano deputati.
Al riguardo, gli accertamenti di polizia economico finanziaria avrebbero consentito di acclarare l’utilizzo di 5 lavoratori “in nero” o “irregolari”, l’omessa presentazione della documentazione lavoristica obbligatoria, la violazione della normativa relativa alla retribuzione, all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie, il mancato versamento di contributi ed oneri previdenziali e il mancato rispetto della normativa in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro.
Alla luce del quadro prospettato, l’autorità giudiziaria ha emesso un’ordinanza applicativa della misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio dell’attività imprenditoriale in strutture assistenziali o case di riposo per anziani nei confronti dei gestori della Rsa; contestualmente è stato disposto il sequestro di circa 100.000 euro (quale profitto dei diversi reati fiscali contestati) e dell’immobile sede della casa di riposo.
L’autorità giudiziaria ha, inoltre, stabilito che l’attività della struttura prosegua sotto la costante vigilanza di un commissario giudiziale, in modo da continuare a garantire idonee cure agli anziani ospiti.
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