Nel salone affollato di un locale nella pineta di Priolo, l’ex sindaco Antonello Rizza ha ricostruito le tappe principali della vicenda giudiziaria che lo ha visto indagato o imputato per una ventina capi di imputazione in 7 diversi processi.
Visibilmente emozionato, Rizza era affiancato dai suoi legali, gli avvocati Tommaso Tamburino e Domenico Mignosa, che lo hanno assistitito nella complicata vicenda. fino all’assoluzione nell’appello del processo “Qualunquemente”, nel quale era imputato assieme ad altre persone, tutte assolte, tra cui l’ex assessore Beniamino Scarinci e il deputato regionale Carlo Auteri, ora tutti nella Democrazia Cristiana di Cuffaro.
I due legali hanno ricostruito le indagini che hanno portato al processo, durato oltre dieci anni, sottolineando come le accuse fossero basate di fatto su due testimonianze, che le attività investigative non hanno cercato di riscontrare adeguatamente.
Tra i capi di imputazione, quattro presunti casi di concussione che hanno portato alla richiesta di condanna in primo grado a 15 anni di reclusione, poi ridotti a tre nella sentenza.
Rizza è ora prosciolto o assolto da tutti i capi di imputazione tranne uno, nell’ambito del processo “Res Pubblica”, l’unico non ancora concluso, per il quale è stato condannato in primo grado a un anno e due mesi.
Secondo i legali, anche questo reato dovrebbe essere già prescritto.
A causa delle accuse, Rizza si dimise dalla carica di sindaco e scontò otto mesi di detenzione gli arresti domiciliari.
Gli avvocati Tamburino e Mignosa hanno sottolineato come la prescrizione, per alcuni capi di imputazione, sia stata subita, dal momento che ritengono che nel dibattimento si sarebbe potuti arrivare alla completa assoluzione.
Davanti a un centinaio di familiari, amici e semplici cittadini, l’ex sindaco di Priolo ha rivendicato i successi dei dieci anni della sua amministrazione e ha raccontato la sofferenza di questi lunghi anni.
“Eravamo dei giovani visionari, forse un po’ ingenui”.
Nel suo intervento, l’ex sindaco ha sostenuto di non avere mai perso la fiducia nella magistratura e nelle istituzioni.
Un momento emozionante è stato quello in cui nella sala è stata fatta ascoltare una canzone, scritta dal figlio, nella quale racconta la sua sofferenza per la vicenda che stava vivendo il padre.
Rizza ha sottolineato come le accuse fossero sostanzialmente quelle di due testimoni, uno dei quali, l’allora presidente del Cumi, il Consorzio universitario, accusato di reati per i quali non è mai arrivato a processo.
Rizza, che rispondendo a una domanda non ha escluso un suo ritorno alla politica attiva, ha messo in relazione quella che ha definito di fatto un assalto giudiziario contro di lui con le sue aspirazioni a candidarsi per un seggio al parlamento regionale.
Secondo la sua ricostruzione, che ha supportato con la lettura di alcuni brani di intercettazioni tra un deputato e una giovane che ambiva alla candidatura a sindaco a Priolo, la vicenda sarebbe stata scatenata dalla sua adesione all’ala del Partito democratico che faceva riferimento all’ex sottosegretario Foti, e sul piano nazionale a Matteo Renzi.
La sua presenza nel partito avrebbe rischiato, secondo l’ex sindaco, di alterare gli equilibri politici all’interno del Pd in provincia e questo avrebbe scatenato l’offensiva nei suoi confronti.
Nelle intercettazioni, il deputato parlava infatti della sua vicinanza con l’allora procuratore capo di Siracusa, che gli avrebbe permesso di avere notizie sugli sviluppi delle indagini che avrebbero portato all’eliminazione politica di Rizza.
L’ex sindaco ha poi attaccato direttamente il Movimento 5 stelle per aver lucrato sulla vicenda con una vera e propria campagna di denigrazione nei suoi confronti.
Ha poi concluso mostrando il manifesto a lutto pubblicato in quei giorni per ce3lebrare la sa ‘morte’ politica auspicando che violenze del genere non si verifichino più contro nessuno.
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