
La calda estate del centrodestra siciliano, tra indagini della magistratura, imboscate all’Ars nel voto segreto, tensioni e rivendicazioni tra alleati, prelude a un autunno che si preannuncia teso, considerato anche lo scontro interno a Forza Italia per la segreteria regionale.
Non bastassero i problemi posti dagli alleati, Schifani, deve infatti affrontare anche quelli interni al suo partito, in vista del prossimo Congresso regionale che dovrà eleggere per la prima volta, dopo decenni di nomine dall’alto, il nuovo coordinatore regionale.
Nel partito berlusconiano la tensione è già alle stelle.
È scontro tra l’attuale commissario regionale Marcello Caruso, sostenuto dal presidente della Regione, che ha annunciato la sua candidatura, e alcuni esponenti di primo piano del partito in Sicilia, che lo accusano di aver cancellato il confronto interno e non aver mai convocato alcun organismo nei due anni della sua reggenza.
Il fronte anti Caruso è guidato dall’eurodeputato Marco Falcone, da alcuni indicato come possibile candidato, e dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, che proprio nei giorni scorsi ha parlato di una sua possibile candidatura alla presidenza della Regione.
“Sono orgogliosamente figlio di questa terra e farò tutto quello che questa terra mi chiederà di fare, sia all’interno di Forza Italia e della coalizione, sia a livello personale. Per la mia terra si fa qualsiasi cosa”.
La risposta di Schifani è stata maliziosa.
“Qualunque cittadino residente in Sicilia che abbia superato i 21 anni può candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana.
L’importante è che raccolga a suo sostegno 1.800 firme per la lista regionale e 2.100 per ciascuna lista provinciale che è tenuto a presentare. Auguri”
Il riferimento al “cittadino residente” non è casuale.
Nell’estate del 2022, Gianfranco Miccichè, allora capo indiscusso di Forza Italia in Sicilia, in vista delle elezioni, si intestò una dura battaglia contro la ricandidatura di Nello Musumeci.
Come è noto Miccichè, che dopo alcuni mesi sarebbe stato sostituito alla guida di FI proprio da Caruso, la spuntò e la candidatura alla presidenza della Regione fu rivendicata e ottenuta da Forza Italia.
Il candidato alla presidenza indicato da Silvio Berlusconi era proprio Giorgio Mulè.
Sembrava tutto fatto ma, alla scadenza della presentazione delle liste, qualche giorno prima di ferragosto, venne fuori che Mulè non poteva essere candidato perché non residente in Sicilia e non c’era più il tempo utile per il trasferimento.
Forza Italia ripiegò allora su Schifani che fu eletto presidente.
Ma ora c’è da eleggere il coordinatore regionale, è un’altra storia.
Miccichè non fa più parte del partito, che ha lasciato per tentare l’avventura di Grande Sicilia con Lagalla e Lombardo, ed è partita la caccia alle tessere.
Schifani ha già indossato l’elmetto ed è pronto a combattere anche questa battaglia, che in fondo coincide con quella per la sua ricandidatura tra due anni.
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