
La Sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei Conti ha approvato una delibera con la quale chiede alla regione e agli Enti coinvolti nel “Piano regionale per la gestione dei rifiuti”, approfondimenti e chiarimenti che riguardano anche il progetto dei due termovalorizzatori previsti a Catania e a Palermo.
Con la delibera è approvata la “Bozza di referto sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione siciliana, sull’economia circolare e, in generale, sulle azioni a tutela dell’ambiente e di manutenzione e di valorizzazione del territorio”, un documento di 155 pagine con riferimento specifico al ritardo nella elaborazione e nella approvazione del ‘Piano regionale per la gestione dei rifiuti’”.
Si tratta della relazione che sarà alla base del contraddittorio previsto per settembre, nel corso del quale la Regione dovrà fornire chiarimenti documentati su 17 punti, che riguardano i vari aspetti della gestione dei rifiuti in Sicilia, dallo stato dell’impiantistica, agli Ato, alla tariffazione fino al progetto dei termovalorizzatori.
Ai termovalorizzatori è dedicato il punto 8 del paragrafo finale “12. Rilievi per il contraddittorio”.
“8) chiarimenti documentati su tipologia, dimensionamento e finanziamento degli impianti di termovalorizzazione, anche in rapporto con il previsto ampliamento delle discariche ed i “nuovi impianti pubblici per la gestione dei rifiuti” (si vedano Capitolo 6 e Paragrafo 10.4)”.
La bozza di relazione della Corte, dopo avere ripercorso le fasi della redazione del piano e le vicende legate alla gestione del ciclo dei rifiuti, in un passaggio chiede approfondimenti sulla scelta dei termovalorizzatori, sottolineando come l’Unione Europea scoraggi tale scelta.
“Sebbene la tecnologia legata alla progettazione di impianti termovalorizzatori consenta, al giorno d’oggi, di realizzare impianti a basso impatto ambientale, residua comunque una certa quantità di sostanze inquinanti prodotte, che dipende dal tipo di rifiuto trattato e dal tipo di impianto e che, benché minima, produce effetti sull’ambiente circostante e sulla salute umana.
L’Unione Europea, con l’affermazione dei principi della ‘gerarchia dei rifiuti’ e del ‘Do not significant harm’ ha voluto scoraggiare tutte quelle forme di trattamento dei rifiuti che determinano un rischio per l’uomo e l’ambiente, privilegiando metodi e processi ad impatto”.
La Corte, nella bozza di relazione, fa inoltre riferimento alle audizioni in merito allo stralcio rifiuti urbani, svolte nella IV Commissione ARS – Ambiente, territorio e mobilità, e in particolare alle riserve espresse da ANCI Sicilia e Legambiente
“ANCI Sicilia, in particolare, alla luce della pianificazione esistente, ritiene sussista un [s]ovradimensionamento degli impianti previsti: i due termovalorizzatori e l’ampliamento delle discariche appaiono in contrasto con l’aumento della raccolta differenziata, che ridurrà ulteriormente il rifiuto indifferenziato.
I 2 termovalorizzatori e l’ampliamento delle discariche appaiono in contrasto con la progressiva tendenza all’aumento della raccolta differenziata, che ridurrà ulteriormente il rifiuto differenziato, e con le Direttive europee che impongono di poter conferire in discarica o termovalorizzare non più del 10% del totale dei rifiuti (ovvero circa 220 tonnellate)”.
Nella delibera si sottolinea inoltre come, in sede di audizione del 13 maggio 2025, il Dipartimento acqua e rifiuti abbia rappresentato che gli impianti di termovalorizzazione in fase di progettazione dovrebbero essere alimentati, principalmente, da CSS per la produzione di energia.
“Di fatto, l’Amministrazione regionale ha tentato più volte di avviare la produzione di CSS: il progetto di un impianto per la produzione di CSS rientrava già tra gli interventi di cui all’Ordinanza 09/07/2010, n. 3887 del Presidente del Consiglio dei ministri”.
Riguardo il completamento del sistema impiantistico di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani nel polo impiantistico di Bellolampo, “Non sembra, allo stato dell’istruttoria, che il progetto citato abbia mai visto la luce”.
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