Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 44)
Improvvisa accelerazione all’Assemblea Regionale Siciliana per approvare la riforma delle Province, con la reintroduzione dell’elezione diretta di consiglieri e presidenti.
Con il parere favorevole della commissione Bilancio dell’Ars all’emendamento presentato dall’assessore al bilancio Falcone, è ripartito l’iter per l’approvazione del disegno di legge.
Stamattina, infatti, la commissione Bilancio ha dato parere favorevole che prevede altri 5 milioni in aggiunta i 5 già inseriti nel testo base per la copertura finanziaria, anche per coprire l’intero costo servirebbero altri 10 milioni che potrebbero essere stanziati nella prossima manovra di bilancio.
La commissione Bilancio è presieduta dall’on. Letterio Dario Daidone di Fratelli d’Italia, partito all’interno del quale restano forti perplessità sull’opportunità di questa accelerazione.
Nel partito della presidente Meloni sono infatti molti a temere che ci possano essere reazioni irritate da parte del governo nazionale, che ha accantonato la riforma della legge Delrio due mesi fa.
L’iter del disegno di legge dell’Ars prevede ora un nuovo passaggio in commissione Affari istituzionali, dopo il quale toccherà al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, molto vicino alla presidente Meloni, sentita la capigruppo, inserire il disegno di legge nel calendario dei lavori d’aula, per l’approvazione.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 42)Per poter approvare la legge regionale è però necessario che il parlamento nazionale cancelli la legge Delrio, che nel 2014 aveva soppresso le province.
La legge, fortemente voluta dalla Lega, ma sostenuta da quasi tutti i partiti, era in discussione in Commissione affari generali al Senato dove, a metà settembre, ha subito uno stop improvviso.
Dopo un vertice dei parlamentari del partito, Fratelli d’Italia ha infatti deciso di frenare e la Commissione ha rinviato i lavori sul testo della legge, a data destinarsi.
Sebbene la motivazione ufficiale parlasse di ‘problemi tecnici’, il vero motivo sarebbe il costo della riforma, che avrebbe dovuto essere finanziata già con la legge di stabilità in discussione in queste settimane, ma non si sarebbero le coperture finanziarie.






