
Nel 2023 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura. Puglia, Campania e Sardegna sono le uniche promosse al Sud. Peggiorano le performance in 8 Regioni rispetto al 2022 e la Sicilia è penultima.
A dirlo sono i dati del Ministero della Salute che valuta annualmente l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o con il pagamento del ticket.
Come chiarisce Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe:
“Si tratta a tutti gli effetti della ‘pagella’ ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali che promuove le Regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti”.
Nella graduatoria sulla base del punteggio totale, la Sicilia è al 20mo e penultimo posto con 173 punti, su un massimo di 300, seguita solo dalla Valle d’Aosta.
In cima alla classifica ci sono il Veneto, con il punteggio di 288, seguito dalla Toscana con 296 e dall’Emilia Romagna a parità con la provincia autonoma di Trento, entrambi con il punteggio di 278.
La Sicilia si conferma una regione la cui sanità è basata sull’ospedalizzazione.
Il rispetto dei Lea è buono nella sanità ospedaliera, dove il punteggio è 80, insufficiente nella prevenzione e nella sanità territoriale, dove il punteggio è rispettivamente di 49 e 44.
Per avere un termine di confronto, il Veneto, primo nella classifica, ottiene il punteggio di 98 nella prevenzione, 96 nella sanità territoriale e 94 in quella ospedaliera.
Le 13 regioni adempienti ai Lea sono: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto.
Rimangono inadempienti per insufficienza in una sola area Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia in due aree.
La Calabria è la Regione con l’incremento di punteggio più alto in Italia, +41, e rimane inadempiente solo nell’area della sanità territoriale.
La classifica è stilata sulla base dell’analisi di 26 indicatori, suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
Ogni Regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la “sufficienza” di almeno 60 punti in tutte le aree.
Sulla base dei dati pubblicati dal Ministero, la Fondazione Gimbe ha condotto un’analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all’entità della frattura Nord-Sud.
Per ciascuna Regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera.
Rispetto al 2022, il numero delle regioni adempienti rimane invariato, ma Campania e Sardegna prendono il posto di Basilicata e Liguria.
“Nel 2023 – commenta il Presidente Cartabellotta – il divario Nord-Sud rimane molto netto: su 13 Regioni ‘promosse’, solo tre appartengono al Mezzogiorno. La Puglia ha registrato punteggi simili a quelli di alcune Regioni del Nord, mentre Campania e Sardegna si collocano poco al di sopra della sufficienza”.
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