Sono ferme davanti Portopalo di Capopassero le 43 barche della Global Sumud Flotilla in attesa di fare rotta per Gaza con il carico di aiuti umanitari da consegnare al popolo palestinese sotto assedio nella Striscia.
Le barche partite da Tunisi, tranne due che sono ancora in navigazione al largo di Agrigento, si sono incontrate con le 17 partite da Augusta sabato scorso
sono arrivate ieri
Altre 5 barche partite dall’isola greca di Emoupoli sono attualmente in navigazione nel Mar Egeo.
Sta quindi per iniziare la tappa finale dello storico viaggio che vuole contribuire a rompere l’assedio di Israele su Gaza, proprio mentre l’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva massiccia per occupare la Striscia palestinese.
Nei giorni scorsi sono trapelate notizie di una dialettica all’interno degli equipaggi che ha portato all’abbandono della missione da parte di qualche decina di attivisti e al trasferimento di Greta Thunberg dalla nave ‘ammiraglia’ della flottiglia, la Madeira Family, a bordo della quale è ospitato il direttivo della missione.
La giovane attivista svedese a cui si deve la nascita del movimento Fridays for Future, contro i cambiamenti climatici e per la Giustizia climatica, non fa più parte del comitato che guida la missione ed è ora imbarcata, come semplice membro dell’equipaggio, sulla Alma.
Questa sarebbe la sua dichiarazione: “Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante”.
In un comunicato, gli organizzatori hanno sottolineato le numerose sfide che la flottiglia ha dovuto affrontare, la, tra cui i due attacchi con droni contro imbarcazioni attraccate in Tunisia, difficoltà logistiche e carenze di carburante, che hanno ritardato la partenza verso Gaza.
“Inoltre, alla luce delle terrificanti minacce del ministro israeliano Ben-Gvir contro i passeggeri della flottiglia, abbiamo intrapreso ulteriori e approfondite pianificazioni di sicurezza per rafforzare la nostra protezione.
Invece di permettere che questi ostacoli ci facessero deragliare, GSF ha preso misure decisive per rafforzare la nostra operazione: abbiamo trasferito alcune navi in altri porti per le ultime preparazioni, condotto severi test in mare e adattato i nostri protocolli di sicurezza.
A seguito di questi cambiamenti, e in previsione di condizioni sempre più ostili, siamo stati costretti a prendere la difficile decisione di ridurre la capacità di partecipanti su diverse imbarcazioni dirette a Gaza.
I volontari hanno affrontato molte sfide, difficoltà e incertezze — in parte a causa di attacchi deliberati contro la nostra missione e in parte per la portata enorme di questa iniziativa popolare e degli inevitabili errori di calcolo lungo il percorso”.
Gli organizzatori sottolineano come le modifiche strategiche ai piani originari permetteranno di tutelare meglio i partecipanti e” preservare l’impatto della missione e dimostrare la resilienza di questo movimento globale per la Palestina”.
“Quando le nostre flotte si uniranno nel Mediterraneo, invieremo un messaggio chiaro: il blocco e il genocidio a Gaza devono finire”.
È possibile seguire la navigazione della Global Sumud Flotilla utilizzando questo link.
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