
È bene fare un passo indietro per ricordare, soprattutto ai più giovani, che le annuali feste del principale partito della sinistra, dal Pci al Pd di oggi, erano così chiamate in onore del giornale L’Unità, organo ufficiale del partito, che era finanziato anche con i proventi delle feste.
La premessa è necessaria perché la cronaca racconta di un partito tutt’altro che unito, almeno a Siracusa.
Ieri, in piazza Garibaldi a Rosolini, si è conclusa la festa provinciale dell’Unità, che ha visto, per tre giorni, incontri e dibattiti ai quali hanno partecipato numerosi esponenti di primo piano del partito.
Sono intervenuti in tanti, dal segretario regionale Anthony Barbagallo, al senatore siracusano Antonio Nicita, alla senatrice Beatrice Lorenzin, e all’ex ministro Andrea Orlando, per chiudere con l’attuale presidente della Campania, il popolarissimo Vincenzo De Luca.
Ma a fare rumore, come spesso accade in questi casi, sono gli assenti.
Non c’era uno dei leader del partito in provincia, il deputato regionale da qualche mese sindaco di Solarino, Tiziano Spada, e la sua assenza non poteva certo passare inosservata.
Il segretario provinciale Piergiorgio Gerratana esprimendo la sua soddisfazione per la riuscita della manifestazione, l’ha messa in risalto.
“Questa festa sarà ricordata come la festa più bella di tutta la Sicilia. È una festa plurale, con invitati anche esponenti di altri partiti e di varie correnti del Pd. C’è una assenza di una parte del Pd di Siracusa, scelta più o meno legittima e discutibile.
Però penso che la Festa dell’Unità serva per porre temi e incontrare le persone, anche nella diversità di veduta e di composizione di un partito. Essere assenti, è sempre un errore”
La risposta del deputato regionale non si è fatta attendere, e va dritta alla questione vera dello scontro in atto all’interno del partito.
“Da quando è stato eletto segretario provinciale del Partito, Piergiorgio Gerratana ha dimostrato di avere zero carisma, di non saper misurare le dichiarazioni, sbagliando ogni uscita, e soprattutto di non essere in grado e nelle condizioni di dettare alcuna linea all’Interno del Partito Democratico.
Ha travisato il suo ruolo di segretario democratico con quello di imperatore assoluto, con la convinzione di poter decidere chi possa o non possa candidarsi alle prossime elezioni regionali nella lista del Partito Democratico.
In attesa che lo stesso segretario provinciale chiarisca e dichiari ufficialmente se vorrà candidarsi o meno tra due anni, confermo che Tiziano Spada sarà nuovamente candidato nella lista del Partito Democratico alle Regionali 2027 a prescindere da Gerratana e dai quattro amichetti che oggi lo assecondano e domani rischiano di tirargli la giacca, facendo i propri interessi sulle spalle del PD”.
Tiziano Spada ribadisce il valore del lavoro che svolge con il suo gruppo politico.
“Quello mio e del mio gruppo è un lavoro che stiamo dimostrando sul campo, ed è sotto gli occhi di tutti considerando le città che amministriamo da sindaci: al mio fianco ho la fortuna di avere Paolo Amenta, sindaco di Canicattini e attuale presidente di Anci Sicilia, oltre che Marco Carianni, sindaco tra i più giovani eletti in Sicilia.
Insieme a loro ci sono consiglieri, assessori e amministratori locali che ogni giorno lavorano per dare risposte ai cittadini, senza bisogno di ricorrere a passerelle.
Nel recente congresso provinciale abbiamo sostenuto la candidatura a segretario provinciale di Orazio Scalorino, che oggi è il nostro portavoce, e siamo sempre più convinti di aver fatto la scelta giusta.
Non si metta in discussione l’immagine che il nostro gruppo ha proiettato su Siracusa, Solarino e Pachino, poiché è sicuramente migliore di quella data da Gerratana e i suoi sodali. L’attuale segretario provinciale abbia rispetto del sottoscritto e dei membri del nostro gruppo che, nel Partito Democratico, oggi ricoprono ruoli istituzionali, a differenza dello stesso Gerratana”.
Certo di “unità” rimane solo il nome in un partito, o forse dovremmo dire due, lacerato al proprio interno da uno scontro che appare sempre meno sanabile.
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