
Ancora un’aggressione all’interno della casa di reclusione di Augusta. La mattina del 16 settembre, un agente della Polizia Penitenziaria è stato violentemente colpito da un detenuto sottoposto al regime di alta sorveglianza 14/bis.
L’aggressione, avvenuta per futili motivi, è stata particolarmente brutale: il detenuto ha cercato più volte di colpire il poliziotto al volto con un bastone rudimentale.
Solo l’istinto e la prontezza dell’agente hanno evitato conseguenze peggiori.
Nell’atto di difendersi, ha riportato la frattura di un braccio e del polso. La prognosi è di 15 giorni.
A denunciare l’accaduto e le condizioni critiche in cui versa il carcere è il coordinamento territoriale SR-RG della Fns Cisl, attraverso il suo segretario provinciale Fabio D’Amico.
Il sindacato parla di una situazione “fuori controllo”, con una popolazione detenuta “refrattaria alle regole”, e una struttura penitenziaria ormai al limite della sostenibilità operativa e strutturale.
Secondo quanto riportato dal sindacato, la casa di reclusione ospita attualmente circa 600 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 339 posti, con un tasso di sovraffollamento che sfiora il 180%, ben al di sopra della media nazionale.
Parallelamente, la dotazione organica del personale risulta gravemente insufficiente.
La Fns Cisl denuncia la mancanza di almeno 80 agenti, 10 sovrintendenti, 10 ispettori e 2 funzionari.
A causa di questa carenza, i poliziotti in servizio sono costretti a turni estenuanti, spesso senza la possibilità di usufruire del giorno di riposo o di consumare regolarmente i pasti.
In alcuni casi, riferisce il sindacato, la sorveglianza generale è affidata a personale non adeguatamente qualificato.
Il quadro delineato dalla Fns Cisl non si limita alla carenza di organico. Le condizioni dell’edificio sono descritte come “pessime e fatiscenti”: nove sezioni su dodici sarebbero ancora prive di docce in cella, con impianti di riscaldamento e climatizzazione non funzionanti, cancelli automatici fuori uso da mesi, e un autoparco composto da veicoli con oltre 250.000 km, di cui solo uno attualmente funzionante.
Queste criticità, denunciano i rappresentanti sindacali, generano malcontento tra i detenuti, alimentando un clima di tensione e pericolo costante per il personale.
Alla luce dell’ennesimo episodio di violenza, la Fns Cisl rilancia le proprie richieste all’Amministrazione penitenziaria e agli organi di governo: immediato allontanamento del detenuto responsabile dell’aggressione, assegnazione urgente di personale (almeno 80 agenti e 20 tra ispettori e sovrintendenti).
E ancora si chiede il ripristino delle condizioni strutturali minime di vivibilità, lo sblocco dei fondi per la manutenzione degli impianti e dei cancelli automatizzati, il rinnovo dell’intero parco mezzi dell’istituto.
Il sindacato conclude chiedendo un intervento concreto e tempestivo da parte delle istituzioni, “per restituire dignità al Corpo di Polizia penitenziaria e garantire ordine, sicurezza e legalità all’interno degli istituti penitenziari”.
“La situazione è drammatica – dichiara Fabio D’Amico – e nessuno sembra ascoltare il nostro grido d’allarme. Serve un cambio di passo immediato prima che accada qualcosa di ancora più grave”.
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