
Una lunga catena di errori politici, trasversale a tutti i Governi degli ultimi trent’anni, continua a pesare sul sistema penitenziario italiano.
È questa la denuncia contenuta in una dura nota firmata dal segretario generale Giuseppe Di Carlo, che punta il dito contro “l’incapacità gestionale” delle istituzioni e l’indifferenza verso il Corpo di Polizia penitenziaria.
Secondo il sindacato, il mondo carcerario vive oggi una crisi profonda, segnata da turni insostenibili, carenze di personale, violenze e strutture fatiscenti.
“A Bologna – si legge nella nota – le assenze per malattia sono in aumento per il ritmo di lavoro non più sostenibile, mentre a Enna un agente è stato aggredito e ha riportato gravi ferite.
A Ivrea un giovane agente si è dimesso dopo pochi giorni di servizio, sconvolto dalla realtà delle carceri”.
Situazioni estreme che si ripetono anche negli istituti per minori, dove, denuncia Di Carlo, “non c’è struttura che non sia stata devastata”, segno di un malessere che attraversa tutto il sistema.
Il segretario non risparmia critiche ai governi di ogni colore politico: da quelli di centrosinistra, accusati di aver smantellato la sanità penitenziaria e ridotto gli organici, fino all’attuale esecutivo di centrodestra, colpevole, secondo Di Carlo, di non aver invertito la rotta.
“Si assumono nuovi agenti, ma sono di più quelli che vanno in pensione.
Le promesse di riforma restano sulla carta”.
Il comunicato denuncia inoltre la mancanza di norme efficaci contro i detenuti violenti, l’assenza di un piano per la manutenzione delle strutture (“Regina Coeli cade letteralmente a pezzi”) e le difficoltà operative legate alle nuove direttive sull’affettività in carcere.
“Si legifera senza pensare alle conseguenze concrete”, afferma il sindacato.
Il tono del documento si fa amaro nel finale:
“L’Amministrazione penitenziaria è diventata terreno di conquista politica.
Chi lavora nelle carceri non cerca visibilità sui social, ma solo di tornare a casa tutto intero”.
Il messaggio conclusivo, rivolto ai media, è un appello alla sensibilità dell’opinione pubblica: “Raccontate la disperazione che vive il carcere in Italia, dentro e fuori le mura”.
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