Palazzo San Biagio si è trasformato in un palcoscenico di emozioni e riflessioni con “Presenze e suole”, spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale Sholq, andato in scena in un matinée e replicato con successo in serata.
Una doppia rappresentazione che ha saputo catturare il pubblico grazie a una serie di monologhi intensi, scelti e interpretati dagli allievi del laboratorio guidato dalle attrici e registe Anna Passanisi e Amelia Martelli.
Una chiusura in grande stile per un percorso formativo annuale, arricchito da studio, crescita e passione.
A presentare lo spettacolo è stato Ottavio Ranno, ex allievo ma ancora oggi figura centrale nella comunità Sholq, alla presenza del direttore del centro, Salvo Tempio, e di un pubblico caloroso che ha tributato applausi sinceri ai giovani interpreti.
Il senso profondo di “Presenze e suole”
Il titolo dello spettacolo racchiude il cuore della messinscena. «”Suole” – spiega Anna Passanisi – come richiamo alla solitudine, condizione fertile per l’attore.
Il monologo impone una solitudine scenica, ma è una solitudine viva, attraversata da passi, da suole che si muovono.
È il corpo che agisce, il piede che porta il personaggio in scena, il modo in cui entra, si ferma, si espone».
Un’idea poetica e al contempo tecnica, che mette al centro l’attore e la sua fisicità come strumenti narrativi, prima ancora della parola”.
Lo spettacolo ha presentato una sequenza di brevi scene tratte da un repertorio ampio e variegato, che ha spaziato dalla commedia alla satira, dal teatro drammatico alla narrativa e persino al cinema.
Gli allievi hanno scelto i testi in base alla propria sensibilità, mettendosi alla prova con materiali anche complessi e distanti fra loro per stile e contenuto.
«Alcuni di loro hanno affrontato testi che solo due anni fa sarebbero sembrati fuori portata – racconta Amelia Martelli –.
Vederli crescere dentro questa libertà è stato emozionante. Il teatro ci rende liberi».
Ad animare la scena sono stati: Alessandro Santanello con Il sogno del muratore di Stefano Benni; Mila Vittoria Ranno nei panni di Suor Filomena, sempre di Benni; Gaia Melissa con L’attesa, ancora da Benni; Sofia Garilli con Barbie, di Greta Gerwig; Benedetta Grimaldi con La cannibale: Anna Cappelli di Annibale Ruccello; Adriana Karola Scalzo ed Eliana Poppite hanno messo in scena “Grimilde” di Stefano Benni; Lorenzo Passanisi con Educazione sessuale di Gigi Proietti; Beatrice Sicari con Mademoiselle Lycanthrope di Benni; Maria Vittoria Cifariello con Il risveglio di Dario Fo e Franca Rame; Elisa Matellini con Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij; Ludovica Di Grande con Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci.
Ognuno ha saputo portare sul palco una parte di sé, affrontando temi profondi con autenticità, personalità e coraggio.
Non semplici esecuzioni, ma veri atti di presenza scenica.
Il laboratorio teatrale Sholq, si conferma ancora una volta come uno dei fiori all’occhiello del centro Sholq, attivo da oltre 20 anni sul territorio
Una realtà che coltiva talenti e offre agli allievi non solo competenze artistiche, ma anche strumenti per conoscere sé stessi, esplorare il mondo e raccontarlo.
“Presenze e suole” non è stato solo uno spettacolo, ma il punto d’arrivo (e al contempo di ripartenza) di un percorso umano e artistico che lascia il segno.
Il pubblico lo ha capito e lo ha restituito con lunghi applausi, a conferma che il teatro, quando è autentico, parla a tutti.

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