Non c’è un motivo unico, non c’è un colpevole o un episodio preciso.
Così il deputato catanese Manlio Messina, dopo il divorzio inaspettato da Fratelli d’Italia, partito di cui è stato leader di primissimo piano a livello nazionale.
“I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore!
Continueremo a volare liberi e felici come un tempo!”
Così scrive in un post sul suo profilo social, al quale affida anche un messaggio rivolto soprattutto a chi con lui ha condiviso il percorso politico.
“Sì, è una scelta ponderata. Una scelta dettata da ciò che di più profondo sento dentro di me.
Solo chi mi conosce davvero può immaginare quanto sia stata difficile.
Ho imparato, però, che nella vita non sempre gli ostacoli vanno superati a tutti i costi: a volte puoi fermarti, respirare, riposare… e scegliere di arrestare la tua corsa. Non è una sconfitta. Io non la vivo così”.
Mentre le cronache raccontano la sorpresa alla Camera dei colleghi deputati all’annuncio della sua adesione al gruppo misto, Messina sgombra il campo dalle interpretazioni che mettono in relazione il suo addio a FdI con l’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo che sta creando non pochi imbarazzi al partito della Meloni in Sicilia.
“In queste ore ho sentito dire di tutto e di più sulle ragioni che mi hanno portato a questa decisione. E capisco che, essendo un personaggio pubblico, sia inevitabile. Ma vi deluderò: non c’è un motivo unico, non c’è un colpevole o un episodio preciso.
Si tratta di una scelta politica, non c’è alcun collegamento con la vicenda giudiziaria di Palermo.
Anche perché non sono fatti che mi riguardano non essendo indagato”.
Una scelta che qualche suo compagno di partito mette tuttavia in relazione con i difficili rapporti all’interno di FdI.
Qualcuno sussurra: “Non scendi da quel cavallo se non hai il rischio che ti disarcioni”.
Altri si dicono fiduciosi in una ricucitura, visto il rapporto con la presidente Giorgia Meloni.
Intanto Messina si rivolge agli amici per ringraziarli e parla di “una scelta intima, che custodisco nel cuore”.
“A voi, che mi avete sempre sostenuto e voluto bene, so che dovrei dare una spiegazione.
Ma so anche che saprete perdonarmi se non lo farò. Fidatevi di me, ancora una volta”.
Quindi lancia un messaggio anche a chi suo amico non lo è stato.
“A chi invece mi ha voluto male, a chi mi ha denigrato e logorato, dico grazie.
Sì, grazie. Perché il male che mi avete fatto mi ha insegnato a distinguere l’amicizia dall’opportunismo, l’amore dall’odio, l’invidia dalla gioia per il successo altrui.
Mi avete reso più forte, più uomo, e mi avete fatto capire che la cattiveria è un sentimento che non mi appartiene.
Ho tanti difetti, certo. Ma non la cattiveria.
Oggi ho compiuto l’ultimo atto d’amore per la mia Comunità.
Perché l’amore non è soltanto saper rimanere: è anche riconoscere il momento in cui bisogna lasciarsi andare.
E io, con il cuore colmo di gratitudine, lascio andare la mia Comunità.
Nella speranza che la luce dell’umiltà torni a illuminare il suo cammino.
Sursum Corda”
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