
Alzi la mano chi non ha mai mangiato un buon piatto di pasta con le melanzane fritte, salsa di pomodoro, basilico e una generosa spolverata di ricotta salata grattugiata. Ovvero di pasta alla norma.
Che sia un piatto gustoso e saporito, povero negli ingredienti ma ricco di sapore, non c’è dubbio così come è certo che la pasta alla norma sia il simbolo di Catania, – anche se una corrente di pensiero attribuisce l’origine del piatto al messinese.- Legata addirittura al famoso compositore catanese Vincenzo Bellini che intitolò, appunto, “Norma” una delle sue opere più famose e che morì prematuramente il 23 settembre1845 nella città francese di Puteaux, a soli 34 anni.
Proprio oggi, infatti, la città etnea, per la prima volta celebra -con un serie di eventi che intrecciano arte culinaria, storia e identità, per valorizzare le radici enogastronomiche locali- quella che è la “Giornata nazionale della pasta alla norma”.
Ad istituirla, quattro anni fa, è stato il ministero dell’Agricoltura, dietro la spinta dei ristoratori etnei che avevano puntato ad un riconoscimento, ad oggi mancato, dell’Unesco come patrimonio gastronomico. Anche perchè la bontà della pasta con le melanzane fritte si è diffusa ovunque in Sicilia e ha, da tempo, superato i confini nazionali diventando famosa all’estero, soprattutto laddove ci sono ristoranti siciliani. Anche se può accadere che la ricetta originale, simbolo della dieta mediterranea, viene rivista e adattata a seconda dei gusti degli avventori, facendo arricciare il naso ai suoi estimatori.
I ristoratori giurano che non c’è turista che arrivi nella città “do liotru” che non scelga almeno una volta la “Norma” come primo piatto, a conferma che non è più solo una ricetta di buona cucina sicula, ma una vera e propria carta d’identità gastronomica, ricca di storia e tradizioni, che si è diffusa anche altrove.
Sulle sue origini ci sono alcune ipotesi.
Quella prevalente è che sia stata chiamata così dopo che il commediografo Nino Martoglio, nel 1920, davanti a un piatto di spaghetti conditi così – anche se la ricetta classica preferisce maccheroni o comunque pasta corta – avrebbe esclamato “Chista è una Norma!”. Ovvero “è’ un capolavoro”, facendo riferimento all’omonima opera di Vincenzo Bellini.
Al famoso compositore siciliano, si rifà anche un’altra storia che racconta che al debutto alla Scala di Milano, nel 1831, la “Norma” non avrebbe ottenuto il successo sperato. Così uno chef siciliano, forse per consolare Bellini o per rendergli omaggio, preparò un piatto di pasta dedicato alla sua opera che poi ha avuto il successo che meritava come i due atti dell’opera lirica.
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