
In attesa di quello che dovrebbe essere il “ritiro spirituale” del centrosinistra siciliano, rinviato a una data ancora da stabilire ma che potrebbe essere tra un paio di settimane, si è riunito ieri a Enna il Movimento 5 stelle siciliano per discutere delle prossime scadenze elettorali.
Nella primavera del 2026 si voterà per le amministrative in due capoluoghi, Enna e Agrigento, e in diversi comuni siciliani importanti, tra cui Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Caltagirone, Misterbianco e Termini Imerese.
Alla riunione, presieduta dal Coordinatore regionale Nuccio di Paola, hanno partecipato un centinaio tra attivisti e simpatizzanti, deputati (nazionali, regionali e l’europeo Giuseppe Antoci), sindaci, consiglieri comunali e di circoscrizione, coordinatori dei gruppi territoriali e componenti dell’organizzazione del M5S.
“L’imperativo è uno solo, mandare a casa il governo peggiore della storia: la Sicilia è in agonia, il tempo stringe, se vogliamo salvarla dobbiamo fare rete al più presto con tutte le forze progressiste che ne hanno veramente a cuore le sorti, non solo a parole.
Parleremo con tutte le forze politiche e civiche alternative alla destra poltronista, brava a fare favori solo ai trombati della politica e a chi sta a cuore ai partiti della maggioranza.
E lo faremo sulla base di solidi temi condivisi e di programmi sui quali già stiamo cominciando a lavorare.
Da questa meravigliosa e partecipatissima assemblea, oggi parte la spallata al governo Schifani, noi ci proponiamo come capofila dell’alternativa al suo pessimo esecutivo”.
Così Nuccio Di Paola, che ha lanciato la sfida al centrodestra, ma anche avvisato gli alleati del centrosinistra sul ruolo che intende svolgere il movimento.
“Ci daremo delle linee guida interne in modo da avere un pieno mandato per parlare con gli alleati. Il ritiro spirituale con gli alleati del centrosinistra? Non è annullato, solo rimandato di qualche settimana. A novembre contiamo di sederci tutti attorno a un tavolo”.
È possibile però che da parte del Pd, lacerato al suo interno dalla vicenda del Congresso regionale, si voglia aspettare l’esito delle regionali di fine novembre in Puglia e Campania, per capire quali sono le reali prospettive del cosiddetto ‘campo largo’.
Dopo le regionali di novembre potrebbe essere la segreteria nazionale del Pd a gestire le vicende siciliane.
E poi c’è capire il ruolo di Ismaele La Vardera con il suo Controcorrente.
L’ex iena era presente alla prima uscita di “Progetto Civico Italia”, l’iniziativa lanciata dall’assessore ai grandi eventi del Comune di Roma, Alessandro Onorato, che ha riunito centinaia di amministratori di tutta Italia, tra cui la sindaca di Genova Silvia Salis.
Sul governo regionale Di Paola esprime un giudizio severo.
“I disastri di questo governo sono sotto gli occhi di tutti, non li vede solo chi non li vuole vedere, e basta guardarsi attorno per rendersene conto.
Famiglie e welfare sono in ginocchio, l’agricoltura affonda anche a causa della siccità, la sanità, come dice il recentissimo rapporto Gimbe che colloca la Sicilia al penultimo posto in Italia, è in agonia, e mentre strade e infrastrutture sono un disastro ovunque nell’Isola, si arriva all’assurdo di esultare per l’inaugurazione, in pompa magna a Palermo, di un semplice svincolo che arriva dopo 40 anni.
Primeggiamo solo per incendi, scandali e occasioni perdute.
I siciliani devono aprire gli occhi una volta per tutte e tornare in massa a votare, dobbiamo fare una sorta di guerra santa contro l’astensionismo.
Chi non vota deve capire che perde non solo la possibilità di decidere del proprio futuro, ma anche il diritto a lamentarsi a urne chiuse”.
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