
Ad Augusta a pochi mesi dalle elezioni amministrative c’è un solo candidato sindaco e, cosa singolare per il gioco democratico, sembra esserci in campo un solo schieramento.
Come era da tempo scontato e da lui stesso ampiamente annunciato, Giuseppe Di Mare si ricandiderà per il secondo mandato e, al momento sembra avere molte possibilità di essere rieletto.
Sui social si succedono i post di numerose persone più o meno note in città che annunciano la propria candidatura, fin qui tutti a sostegno del sindaco in carica.
Manca solo l’ufficialità, che arriverà il 19 ottobre nel corso dell’iniziativa programmata al Mangia’s di Brucoli, il resort che per due anni ha ospitato la manifestazione nazionale di Fratelli d’Italia, organizzata dalla cosiddetta corrente turistica allora guidata da Manlio Messina.
Proprio in quell’occasione, due anni fa, Di Mare, che nonostante la sua storica militanza nell’area della destra, era stato candidato come ‘civico’, dichiarò la sua adesione al partito della Meloni.
Ma da allora tante cose sono cambiate, a cominciare dallo scontro interno al centrodestra che ha portato all’abbandono di Fratelli d’Italia dello stesso Messina e del deputato regionale Auteri, altro punto di riferimento politico di Di Mare.
Come è noto anche un gruppo di iscritti al partito del sindaco, ha seguito Auteri nella Democrazia Cristiana di Cuffaro, tra questi Marco Stella, storico amico e vicinissimo da sempre a Di Mare.
Ma il sindaco è sostenuto da una coalizione che comprende, oltre a Fratelli d’Italia, Grande Sicilia Mpa del sindaco di Melilli e deputato regionale Giuseppe Carta, la Lega e Forza Italia.
La stessa coalizione che lo sosterrà nella corsa per la rielezione, e che sarà di certo arricchita da un corollario di liste civiche che ospiteranno anche candidati di diversa estrazione politica che valutano più utile schierarsi con il sindaco uscente che con l’opposizione.
Di Mare avrà quindi ancora al suo fianco Cannata, Carta, Auteri e Gennuso, vale a dire i protagonisti della diaspora del centrodestra in provincia di Siracusa.
Il vero dilemma è capire quanto Di Mare reggerà alle tensioni che ci sono tra questi leader e fino a che punto potrà sostenere la politica dei tre forni.
Non ci saranno le stesse condizioni della prima elezione, quando Di Mare, che partiva sfavorito, la spuntò tenendosi fuori dallo scontro in campagna elettorale tra i tre ex sindaci Carrubba, Gulino e Di Pietro.
Ricordiamo poi che al ballottaggio contro Gulino, Di Mare fu indubbiamente favorito dall’assenza dalla scena dell’avversario, che proprio in quei giorni contrasse il Covid.
Fu eletto senza una maggioranza in Consiglio comunale, ma le rituali transumanze che si verificano in questi casi, gliene consegnarono ben presto una molto larga.
Questa volta Di Mare arriva alle elezioni sulla spinta dell’indubbio consenso di cui gode in città dopo oltre cinque anni della sua amministrazione.
Ma detto di Di Mare è lecito a questo punto chiedersi chi sarà il suo avversario nella prossima primavera.
Se lo chiedono in molti in città, noi siamo tra questi, ma dal fronte dell’opposizione non arrivano segnali chiari.
La stessa dirigenza provinciale del Pd, assorbita dallo scontro interno tra la segreteria e l’ala dissidente guidata dal deputato regionale Tiziano Spada, non sembra considerare una priorità le amministrative di Augusta, che pure è il secondo comune della provincia.
Dal Movimento 5 Stelle non arrivano segnali.
Se si fa eccezione per un poco convincente tentativo di convincere l’ex sindaco Pippo Gulino a ritentare la scalata, l’unica proposta in campo, al momento sembra essere quella di Edicola Libera, il movimento creato da Domenico Tringali, attento e acuto osservatore critico dell’operato dell’amministrazione, che ormai molti mesi fa ha lanciato la sua iniziativa.
Ma intorno a Edicola Libera non si è formato quel gruppo che Tringali auspicava e, nonostante l’impegno del fondatore, il movimento fatica a trasformare la denuncia sui social in un progetto politico maturo e convincente da offrire all’elettorato.
Probabilmente a sinistra l’elezione si dà per persa e non ci si arrovella più di tanto a individuare il candidato con maggiori probabilità di successo.
Ma se anche così dovesse essere, che le probabilità di sconfiggere Di Mare dovessero essere così scarse, ci aspetteremmo, in un atto di generosità, che si cogliesse l’occasione per puntare su una figura capace di mobilitare l’elettorato, anche quello meno polarizzato e provare a portare alle urne una parte di chi si astiene, per gettare le basi per la costruzione di una nuova classe dirigente.
Un gruppo di giovani e meno giovani capace di elaborare una proposta politica che, partendo dal riconoscimento delle cose fatte dall’attuale amministrazione, contenga una visione della città alternativa a quella iperliberista della destra che governa da cinque anni.
Ma l’opposizione, impegnata in un’azione di contrasto a tutto campo all’amministrazione, su questo è già in ritardo, a meno che non ci si voglia accontentare della elezione di qualche consigliere, con diritto di tribuna per testimonianza a presidio del Consiglio comunale.
Ricordiamo che un anno dopo le amministrative si voterà per le politiche e per le regionali, e lasciare campo libero al centrodestra per la sinistra sarebbe un errore catastrofico che il la sinistra pagherebbe caro negli anni a venire.

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