
Oltre 2mila giovani siciliani, accompagnati dai direttori delle pastorali giovanili delle singole diocesi presenti a Roma per il Giubileo dei giovani, hanno partecipato ieri, nella Basilica di San Giovanni Bosco a Cinecittà, alla messa dei siciliani, celebrata dal vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana.
Assieme ai numerosi sacerdoti siciliani che hanno accompagnato i giovani al giubileo, erano presenti l’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto e quello di Catania Luigi Renna.
I giovani siciliani sono tra gli oltre 500 mila, provenienti da 126 paesi dei 5 continenti del mondo che in questi giorni hanno invaso Roma per il loro Giubileo, che avrà tra qualche ora il suo momento più intenso a Tor Vergata, con la Veglia con Papa Leone XIV.
Prima della celebrazione, si è svolto un incontro nel corso del quale, tra una moltitudine di bandiere che sventolano nel cielo, canti e preghiere, alcuni giovani hanno portato la loro testimonianza di fede.
Il vescovo Raspanti ha rivolto il suo messaggio.
“Un popolo in cammino, dove l’esperienza personale si fonde con quella comunitaria, e la fatica lascia spazio alla gioia del Vangelo”.
“Siamo felicissimi di essere qui insieme! Percepisco chiaramente che i ragazzi stanno gustando a pieno quest’esperienza. L’incontro con il Papa sarà il culmine di un cammino fatto di speranza e desiderio autentico di incontrare Gesù.
Dall’amore per Cristo nascono tutte le scelte quotidiane: nel lavoro, nell’amore, nella famiglia, nelle relazioni.
Vivere è incarnare la presenza di Gesù nel mondo. Una presenza che dà fiducia, speranza, salvezza.
Questo è ciò che auguro ai nostri giovani: che possano incontrare il Signore e stringere con Lui un’amicizia sempre più profonda”.
L’incontro si è concluso con la Santa Messa e nell’omelia, il vescovo Raspanti ha lanciato un appello deciso ai giovani siciliani accorsi a Roma.
“Il punto di partenza resta il rapporto personale tra ciascuno di voi e Cristo. È da lì che tutto prende forma: la liturgia, la comunità, la missione.
Oggi essere credenti richiede coraggio. Ma è proprio in questo tempo che si apre una sfida entusiasmante. Giovani, volete sapere come affrontarla? Con inventiva e innovazione, traduciamo con linguaggio moderno la fede, il credo in Gesù, unico Salvatore”.
Il vescovo ha sottolineato il ruolo centrale della liturgia nella vita di fede, anche nei momenti storicamente più difficili:”Non siamo qui perché la Chiesa è forte o perché i suoi rappresentanti ci piacciono. Siamo qui perché Cristo è vivo ed è con noi”.
Infine, ha esortato i presenti a diventare testimoni del Vangelo nella vita concreta:
“Sarete chiamati a fare scelte difficili. Ma se Gesù è radicato nel vostro cuore, avrete il coraggio di dire: Signore, sia fatta la tua volontà”
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