
Procede al Tribunale di Milano il processo che vede imputati il giornalista di origine catanese Fabrizio Corona e Luca Arnau, direttore della testata giornalistica online ‘Dillingernews’.
I due sono accusati di diffamazione aggravata per aver pubblicato il 20 ottobre del 2023 un articolo dal titolo “E se il cuore di Giorgia Meloni fosse già occupato? Dalla Sicilia ci raccontato che…”, nel quale si faceva riferimento a una relazione sentimentale tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il deputato, catanese come Corona, Manlio Messina.
Messina all’epoca era vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, partito che con la Meloni ha contribuito a fondare e alla quale era molto vicino.
Nell’udienza di un qualche giorno fa il giudice ha deciso che la Presidente Meloni sarà sentita, come persona offesa, nell’udienza del 21 maggio alle 11 a Palazzo Chigi.
La decisione è stata presa dopo che la Meloni aveva comunicato la propria disponibilità tramite il suo legale.
Il processo proseguirà intanto con l’udienza del 16 marzo a Milano, nel corso della quale saranno sentiti gli ultimi testimoni e lo stesso Fabrizio Corona racconterà in aula “la sua verità”.
A metà giugno si era svolto l’interrogatorio di Manlio Messina, che aveva accusato Corona di avere danneggiato la sua immagine.
“La notizia andò su tutti i giornali e da allora le persone continuano a indicarmi come uno che è arrivato dove è arrivato perché aveva questo rapporto privilegiato con la presidente del Consiglio”.
Alla notizia erano allegate immagini nelle quali Messina e Meloni erano vicini, immagini che Messina ha commentato.
“Sono foto prese dai miei profili social e ritagliate, perché in quelle originali ci sono altre persone accanto a me.
La mia immagine ha avuto delle ripercussioni e ci sono state delle conseguenze sulla mia vita privata”.
Nel corso dell’udienza, Corona era stato richiamato più volte dalla giudice dell’ottava sezione penale del Tribunale di Milano per alcuni commenti fatti durante l’esame di Messina, ed ha poi chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, nel corso delle quali ha dichiarato che le foto non erano “artefatte”, ma soltanto “ritagliate”.
Corona si era anche detto disposto, se dovesse servire per difendersi, a fare ascoltare una “telefonata registrata” e altro materiale con presunte “prove della relazione” o di “tradimenti”.
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