Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 44)
Un servizio condotto dagli agenti della Guardia di Finanza di della Sezione Operativa Navale di Trapani, nella fascia costiera compresa tra Marsala e Castellammare del Golfo, isole Egadi incluse, ha messo in luce come molti proprietari di barche siciliane abbandonano la bandiera italiana per registrare le imbarcazioni in paesi esteri..
Gli agenti hanno delle Fiamme Gialle hanno sottoposto al vaglio la posizione di decine di contribuenti proprietari di imbarcazioni da diporto che, alla ricerca di una burocrazia più snella e nel vano tentativo di occultare il proprio bene al fisco, le avevano cancellate dai registri italiani, immatricolandole all’estero ed omettendo la prescritta compilazione del quadro “RW” nella propria dichiarazione dei redditi.
Si tratta di un fenomeno noto negli ambienti della nautica e tutt’altro che recente.
A volte la scelta, più che per sfuggire al fisco, è dovuta alla volontà di usufruire di normative sulla gestione dell’imbarcazione decisamente meno onerose e complesse rispetto a quelle italiane, come quelle di paesi come l’Olanda e il Belgio.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 42)Per la Guardia di Finanza il fenomeno “costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché l’evasione distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli”.
È il motivo per cui il Decreto legge n. 167/1990 ha imposto al contribuente nazionale residente in Italia di dichiarare, nell’apposito quadro “RW” della dichiarazione dei redditi, la proprietà o la disponibilità dei beni detenuti all’estero, fra i quali rientrano anche i natanti e le imbarcazioni da diporto, suscettibili di produrre reddito in Italia.
L’indagine delle Fiamme Gialle, basata sull’approfondimento dei controlli effettuati in mare, sul controllo incrociato con le banche dati e sulle acquisizioni documentali, ha consentito di far emergere capitali occultati al fisco italiano per un valore superiore a 18 milioni di euro, per i quali i responsabili saranno sanzionati con importi compresi tra i 500.000€ e i 2,5 milioni di Euro.






