
In attesa delle decisioni del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Carmen Salustro, che dovrà decidere sulla richiesta di arresto della Procura della Repubblica per le 18 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati, la politica regionale prova a reagire.
Come è noto, sul piano politico l’inchiesta coinvolge in modo particolare la Democrazia Cristiana, il leader Totò Cuffaro e il capogruppo all’Ars Pace, oltre al deputato nazionale di Noi Moderati Saverio Romano, ex Ministro dell’Agricoltura.
In attesa degli interrogatori davanti al Gip, programmati per la prossima settimana, Cuffaro si è dimesso ieri da segretario del partito.
“Questa mattina ho rassegnato, nelle mani del presidente del partito, Renato Grassi, e del segretario organizzativo nazionale, Pippo Enea, le mie dimissioni da segretario nazionale della Democrazia cristiana”.
Si comincerà domani con l’interrogatorio di 7 persone, tra cui i dirigenti e funzionari dell’Asp di Siracusa, mercoledì sarà la volta di altri 5, tra cui il direttore generale autosospeso Alessandro Caltagirone.
Cuffaro sarà sentito dal Gip giovedì prossimo, lo stesso giorno del capogruppo all’Ars del suo partito Pace e di Romano, assieme ad altri due indagati.
Intanto arrivano le reazioni politiche, caute quelle della maggioranza che sostiene il governo regionale, mentre le opposizioni attaccano il presidente Schifani.
Il Movimento 5 stelle giudica “solo fumo negli occhi” la sospensione dei funzionari disposta dalla Giunta regionale.
“Schifani pensa evidentemente che i siciliani abbiano l’anello al naso.
Se crede di essersi messo la coscienza a posto e di potersi sottrarre all’inevitabile giudizio negativo della collettività sull’operato del suo fallimentare governo sospendendo qualche dirigente, si sbaglia di grosso.
Se vuole davvero dare un segnale forte e concreto, azzeri le nomine di tutti i direttori generali delle Asp e degli ospedali: cosa che, del resto, avrebbe già dovuto fare da tempo, visto che aveva annunciato urbi et orbi la decadenza dei manager se questi avessero fallito l’azzeramento delle liste d’attesa, che, a quanto ci risulta, sono più vive che mai”.
Così in un comunicato il coordinatore siciliano e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola e il capogruppo del M5S Antonio De Luca.
“Evidentemente è più facile per lui trovare qualche capro espiatorio su cui scaricare tutte le colpe che rischiare di mandare all’aria i piani dei partiti che sostengono la sua maggioranza, che per mesi si sono prodigati con incredibile impegno per spartirsi le poltrone che contano nella sanità, che anche per questo è ora sull’orlo del baratro”.
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