
In assenza di un’opposizione efficace, con il Pd ancoora impegnato nelle baruffe interne sul congresso, il centrodestra siciliano è costretto a fare tutto da solo.
Compreso litigare fino al punto di rischiare seriamente di dividersi, con il presidente della Regione Schifani che perde la pazienza e minaccia di cacciare dalla maggioranza Grande Sicilia.
Ma proviamo a mettere ordine nei fatti dell’ultima settimana.
La polemica è esplosa dopo che, con il voto segreto, l’Ars ha bocciato un articolo chiave della riforma dei Consorzi di bonifica, quello che disciplinava la liquidazione degli attuali 13 Consorzi riducendoli a 4.
Con Fratelli d’Italia nell’angolo per le vicende legate alle inchieste che coinvolgono il presidente dell’Ars Galvagno, l’assessore Amata con i rispettivi entourage e l’intera “corrente turistica” del partito, e con le crescenti tensioni interne a Forza Italia, ci hanno pensato Cuffaro e Lombardo ad alzare i toni.
Totò Cuffaro ha infatti accusato Grande Sicilia di Raffaele Lombardo di essere responsabile del ko del governo in aula.
Ne è nato uno scambio di accuse tra quelli che un tempo erano i due ragazzi prodigio della sinistra democristiana, al seguito dell’allora ministro Calogero Mannino.
La replica di Grande Sicilia era stata affidata a Gianfranco Miccichè.
“È evidente che l’on. Cuffaro possieda un sistema sovrannaturale per scoprire chi, col voto segreto ha votato sì e chi no. L’unica certezza è che il voto di ieri riflette tensioni all’interno della maggioranza che appartengono a tutti i gruppi e che non si risolvono dividendo il campo tra buoni e cattivi, ma attraverso un’analisi seria del percorso politico fin qui compiuto e di quello che si intende intraprendere. Non c’è alcuna schizofrenia in quel voto: ci sono segnali politici chiari, che sarebbe un errore sottovalutare”.
Ne è seguita una riunione della maggioranza che avrebbe dovuto chiarire la vicenda e restituire serenità alla coalizione, nel corso della quale c’è stato invece lo scontro tra l’ex assessore all’Energia, ora capo gruppo di Grande Sicilia, Roberto Di Mauro e il presidente della Regione.
Di Mauro avrebbe accusato Schifani di fare ‘figli e figliastri’ nella maggioranza, privilegiando Lega e Dc, i figli, a danno di Grande Sicilia e della stessa Forza Italia, i figliastri.
La polemica è legata al mancato riconoscimento del secondo assessore, che metterebbe il partito di Lombardo sullo stesso piano degli altri due, e alla proposta di rete ospedaliera che non terrebbe conto delle richieste del partito autonomista.

A mettere benzina sul fuoco, caso mai ce ne fosse bisogno, una frase di Schifani, contenuta in un video finito su Facebook e rilanciato da La Repubblica il giorno dopo, durante un sopralluogo al cantiere del dissalatore di Porto Empedocle.
“Ieri Di Mauro ha fatto uno show di merda. Io questi li tengo ancora per poco”.
La replica di Lombardo è stata tutto sommato misurata.
“La verità è che il potere logora anche chi ce l’ha ed io posso capirlo: la tensione, gli impegni, la stampa, le scadenze.
Si vuole ignorare che gli Mpa presenti erano tre, mentre i voti mancanti una dozzina!
E’ chiaro che qualcosa non va.
L’on. Roberto Di Mauro nell’incontro di maggioranza è stato onesto e leale: ha elencato, a suo modo di vedere, le incongruenze da correggere”.
L’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, anche lui di Grande Sicilia prova a fare da paciere.
“Il Presidente Schifani sta lavorando bene.
Semplicemente, vorrei suggerirgli di porre maggiore equilibrio nella gestione dei territori, affinché ogni area della Sicilia possa sentirsi ascoltata e la coalizione possa funzionare meglio e con maggiore coesione”.
Basterà a restituire compattezza alla coalizione di governo, in un’estate che si annuncia infuocata, e non solo dal punto di vista meteorologico?
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