
Anche in Sicilia, come in altri Consigli regionali, sarà istituita la figura del deputato supplente.
Lo prevede una legge nazionale di rango costituzionale che, una volta approvata, modificherà lo Statuto regionale e pertanto richiede il parere obbligatorio, anche se non vincolante, dell’Ars.
E il parere favorevole è arrivato nei giorni scorsi, con 37 voti favorevoli e 28 contrari, espressi a scrutinio segreto.
Il disegno di legge dovrà ora essere approvato in doppia lettura alla Camera e al Senato.
La norma istituisce di fatto l’incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello di deputato regionale, senza obbligo di dimissioni da quest’ultima.
Il deputato nominato assessore sarà sostituito dal primo dei non eletti per tutta la durata del mandato.
Di fatto, ci saranno 12 deputati potenziali in panchina, tanti quanti sono gli assessori regionali, pronti a entrare all’Ars in caso di nomina ad assessore dell’eletto che lo ha preceduto in lista.
Il presidente della Commissione regionale antimafia Antonello Cracolici ha motivato il voto contrario con il fatto che l’introduzione di questa figura comporterebbe una maggiore spesa per le casse pubbliche regionali di circa 12 milioni di euro nel corso della legislatura.
Per il Movimento 5 stelle si tratta di una norma pensata per arginare il taglio dei parlamentari.
“La norma sul deputato supplente imposta da Roma e sostenuta dal centrodestra – dice il capogruppo M5S Antonio De Luca – è abominevole: crea un gruppo di deputati sotto ricatto politico, privi di libertà e autonomia, con un grave squilibrio tra potere legislativo ed esecutivo”.
Abbiamo provato a capire gli effetti che produrrebbe l’applicazione della norma, una volta approvata, sugli eletti in provincia di Siracusa, e i risultati sono sorprendenti.
Cominciamo col ricordare che i deputati eletti in provincia sono 5, di cui 3 in partiti di maggioranza e 2 in quelli di opposizione.
Ecco l’elenco con l’indicazione della lista con cui sono stati eletti:
Luca Cannata (Fratelli d’Italia), Riccardo Gennuso (Forza Italia), Giuseppe Carta (Popolari e Autonomisti), Tiziano Spada (Partito democratico) e Carlo Gilistro (Movimento 5 stelle).
Cannata, eletto anche alla Camera, optò per quest’ultimo seggio lasciando quello all’Ars al primo dei non eletti Carlo Auteri che, come è noto ha poi lasciato FdI per trasferirsi nella Dc, portando in dote il seggio.
Concentriamoci sui primi tre, quelli eletti nei partiti che sostengono la maggioranza di governo, per vedere cosa succederebbe se uno di loro fosse nominato assessore, e quali sarebbero le conseguenze nei rapporti tra i partiti.
Se diventasse assessore Auteri sarebbe sostituito dal primo dei non eletti nella lista di FdI, l’augustano Pietro Forestiere, vicino a Cannata, che restituirebbe al partito della presidente Meloni il seggio conquistato nel 2022 e poi trasferito alla Dc.
Se ad essere nominato dovesse essere Gennuso, il supplente che gli subentrerebbe sarebbe il vice sindaco del capoluogo, Edy Bandiera, che ne frattempo ha lasciato Forza Italia per aderire a Sud chiama Nord, a cui andrebbe il seggio.
E se a diventare assessore fosse Carta, come sembrava possibile poco tempo fa?
A subentrargli sarebbe Mario Bonomo, nel frattempo passato al Partito democratico, quindi all’opposizione del governo Schifani, e diventato uno dei più accaniti avversari del sindaco di Melilli.
Insomma, un vero pasticcio, una alchimia di seggi persi e guadagnati dai partiti di maggioranza senza andare al voto.
In pratica è legittimo pensare che le considerazioni appena fatte, assicurano che nessuno dei tre deputati siracusani ricoprirà il ruolo di assessore regionale in questo governo.
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