Siracusa, la manifestazione si è tenuta ieri mattina davanti alla Capitaneria di porto prima e subito dopo in piazza Archimede, nei pressi della Prefettura. Chiesto l’intervento delle Istituzioni
“Accesso al mare negato”. Striscione con scritta eloquente quello con cui i manifestanti si sono presentati ieri mattina davanti alla Capitaneria di Porto prima e poi davanti alla sede della Prefettura in piazza Archimede. Il Comitato “Siracusa Rialzati” e il Partito Comunista Italiano hanno tenuto una manifestazione per denunciare la privatizzazione delle aree costiere e rivendicare il libero accesso al mare per tutti i cittadini. In molti si sono presentati anche con gli ombrelloni e bandiere della Palestina
“L’iniziativa è nata – si legge in una nota – dalla mancata risposta degli enti preposti e dalla necessità di affrontare un problema che limita il diritto dei cittadini di fruire degli spazi pubblici costieri. Secondo i promotori, nonostante le leggi nazionali garantiscano il libero accesso al mare e alla battigia, numerosi tratti di costa a Siracusa rimangono di fatto inaccessibili, spesso a beneficio di privati.
I promotori chiedono al Comandante della Capitaneria “controlli più oggettivi e misure d’azione più efficaci e definitive” per garantire l’applicazione delle leggi che tutelano la pubblica fruizione delle aree demaniali. Alla Prefettura chiedono “un confronto urgente” per affrontare il problema dell’accessibilità del litorale “da Sbarcadero Santa Lucia al Monumento ai Caduti d’Africa”.
E poi tirano in ballo anche il Comune di Siracusa, chiamato a “tutelare e valorizzare il – dicono – patrimonio costiero”, assicurandone la piena fruibilità pubblica. Durante la manifestazione, i rappresentanti Marco Gambuzza e Giorgio Nanì La Terra si sono incatenati simbolicamente Un gesto – hanno detto i promotori, – che “vuole rappresentare la privazione della libertà dei cittadini di accedere a un bene comune”.
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