C’era un centinaio di persone ieri a Siracusa ad assistere all’incontro con l’ex procuratore argentino Antonio Gustavo Gomez, noto per le sue coraggiose inchieste su gravi casi di inquinamento ambientale in America Latina.
“Giustizia ambientale, giustizia per la terra, per difendere il bene comune”, il tema dell’incontro, organizzato da Rete Radié Resch e dal Gruppo di Animazione Missionaria Ad Gentes, che si è svolto nel salone delle Suore Francescane Missionarie di Maria di via dell’Olimpiade.
A discuterne, con l’ex procuratore Gomez, Davide Viscardi, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Siracusa e Enzo Parisi figura storica di Legambiente Sicilia.
Moderatore Paolo Tuttoilmondo, anche lui esponente di primo piano di Legambiente, che ha inserito tra gli interventi dei relatori, alcune considerazioni relative alle vicende giuridiche del territorio siracusano, frutto oltre che dell’impegno da ambientalista, anche dell’esperienza maturata nella professione di legale.
Antonio Gomez, oltre ad essere stato procuratore federale generale a Tucuman, Santiago del Estero e Catamarca, nel nord dell’Argentina, è uno dei fondatori della Facoltà di Diritto dell’Università Nazionale della Patagonia.
Relatore in numerosi congressi in America e in Europa, Gomez è stato invitato dal Parlamento europeo a illustrare il suo progetto di una Corte penale internazionale per i reati ambientali ed è stato uno dei collaboratori di Papa Francesco nella stesura dell’enciclica ‘Laudato si”.
Nel suo intervento ha illustrato le caratteristiche del sistema giudiziario argentino, in materia di reati ambientali, sottolineando le principali differenze con quello italiano, di cui è un attento conoscitore.
Ha evidenziato come rispetto a quello italiano, il sistema giudiziario argentino prevede il gratuito patrocinio per chi denuncia reati ambientali, il riconoscimento del reato anche per il pericolo remoto e la possibilità che a condurre l’accusa sia un procuratore querelante, un avvocato privato.
Enzo Parisi ha ricostruito la storia del petrolchimico siracusano, attraverso le teppe principali, dal trasferimento di una raffineria dismessa nel Texas nei primi anni ‘50 fino ad aggi, soffermandosi sulle bonifiche attese dal riconoscimento dell’area come Sin, Sito di Interesse Nazionale, e mai di fatto avviate.
Parisi ha anche ricordato la genesi del diritto ambientale in Italia, nato dalle iniziative di alcuni di quelli che furono definiti, negli anni ’70, “Pretori d’assalto”, a cominciare dalla vicenda di Gianfranco Amendola, autore di un saggio proprio sull’argomento, che intitolò “In nome del popolo italiano”.
Parisi ha sottolineato come quel titolo, con tutto il suo significato, sia rimasto nella storia e nell’anima del movimento ambientalista, e che proprio per rendere omaggio all’impegno di quel magistrato, è stato utilizzato come slogan anche per la campagna “Ecogiustizia subito”, promossa da Legambiente con Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana e Libera, per richiamare l’attenzione sulle emergenze ambientali dei siti contaminati.
Il sostituto procuratore Davide Viscardi, senza mai entrare nel merito delle vicende specifiche, ha spiegato i meccanismi giuridici sui quali si basa l’azione della Procura nel perseguire e sanzionare i reati ambientali.
Ha ricordato che dei 14 magistrati in servizio nella Procura di Siracusa, 7 si occupano di reati ambientali, con competenze distinte per area territoriali.
A sottolineare l’importanza del polo industriale, ha ricordato che sono tre i sostituti specializzati nelle questioni specifiche.
Ha poi spiegato come i reati ambientali comprendano una vasta gamma di comportamenti che incidono sull’ambiente e la salute dei cittadini.
Non solo l’inquinamento delle matrici ambientali, ma anche gli abbandoni di rifiuti, discariche abusive, incendi, fino ai reati in materia di edilizia e urbanistica che producono consumo illecito di suolo con conseguenze dannose per l’ambiente.
Tra le domande rivolte da numerosi partecipanti all’incontro, a conclusione degli interventi, sottolineiamo l’appello lanciato dal presidente di Natura Sicula, Fabio Morreale, per l’annunciata vendita dell’isola di Capo Passero, da parte degli attuali proprietari, nell’ambito di un’operazione che prevenderebbe la realizzazione di un resort di lusso nella tonnara di Portopalo.
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