
Tra attacchi incrociati e inchieste della magistratura, il centrodestra in provincia di Siracusa sembra sempre più in difficoltà.
Secondo quanto pubblica il quotidiano La Sicilia nell’edizione di oggi, Luca Cannata, vice presidente della Commissione Bilancio alla Camera e uomo forte di Fratelli d’Italia in provincia di Siracusa, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta per le cosiddette ‘mancette’.
Si tratta della restituzione di una parte delle indennità che Cannata, all’epoca sindaco di Avola, avrebbe preteso dai suoi assessori, per contribuire alle spese per le iniziative politiche del suo gruppo politico.
A febbraio, le inchieste giornalistiche dello stesso quotidiano La Sicilia, e dalla testata on line Today.it, avevano descritto, basandosi sulle dichiarazioni di tre ex assessori comunali, e un ex presidente del consiglio comunale di Avola, un sistema di contribuzione non trasparente all’interno del gruppo politico di Cannata.
Si sarebbe trattato di un sistema avviato nel periodo in cui Cannata era sindaco di Avola, dal 2012 al 2022, e che, secondo le accuse, sarebbe continuato con la sindacatura della sorella Rossana.
Le somme versate sarebbero state un contributo degli amministratori al gruppo di riferimento, una sorta di ‘restituzione’ di parte delle indennità percepite per l’incarico politico ottenuto, e sarebbero servite per il pagamento delle spese di affitto della sede di FdI di Avola e di quella di Siracusa, e all’organizzazione di eventi politici.
I tre ex assessori e l’ex presidente del consiglio comunale sostengono di aver versato ogni mese a Cannata cifre variabili tra i 250 e i 550 euro in contanti.
Tutte somme che sarebbero non tracciate e non iscritte in nessun bilancio.
L’inchiesta delle Procura di Siracusa ha inizialmente ipotizzato fatti non costituenti notizie di reato, ma adesso sarebbero state iscritte sei persone nel registro degli indagati, tra cui Cannata.
Le ipotesi di reato sarebbero appropriazione indebita e falsità ideologica, riferite a episodi che risalgono al periodo dal 2017 al 2022.
Secondo quanto riporta il quotidiano catanese nell’edizione di oggi, sarebbero già state sentite dalla Procura di Siracusa una ventina di persone.
A gennaio di quest’anno, l’avvocato Peppe Napoli, per sette anni commissario provinciale del partito eletto alla presidenza del partito a dicembre del 2023, per dimettersi appena qualche mese dopo, ad aprile del 2024, aveva inviato una lettera, che sarebbe dovuta rimanere riservata, alla sorella della presidente del Consiglio Arianna Meloni, capo della segreteria politica e responsabile del tesseramento di Fratelli d’Italia
Nella lettera, Napoli, che ha poi lasciato il partito per aderire alla Dc, lanciava dure accuse sulla gestione politica del partito da parte di Cannata, accusandolo di “maltrattare il partito nei suoi principi e valori, usandolo esclusivamente per i propri scopi e le proprie esclusive ambizioni, in totale spregio della condivisione e del coinvolgimento della nostra comunità”.
Cannata ha sempre sostenuto che si tratta di accuse di avversari politici e che i contributi sono stati del tutto volontari.
Il deputato ha anche definito quella delle restituzioni, una attività lecita di autofinanziamento di un gruppo politico.
“Sono stati rispettati gli obblighi fiscali per liberalità informali ovvero, dalle informazioni in mio possesso, i contributi sono stati raccolti non configurando nessuna attività commerciale.
È prassi diffusa e lecita e normale che gruppi politici, associazioni culturali o movimenti giovanili si autofinanzino con collette tra i membri per sostenere le attività del gruppo.
Senza che questo implichi alcuna irregolarità.
Quindi non vi è stato né risulta alcun sistema di riscossione obbligatoria da parte dell’allora sindaco o di altri esponenti dell’amministrazione comunale.
Ma semplice autofinanziamento dell’attività locale”.
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