Questa sera alle 21 in piazza D’Astorga, nell’ambito dello Shortini film festival, era prevista la proiezione del breve film del regista augustano Diego Panarello “Perché venite qui” che racconta la città di Augusta attraverso lo sguardo dei fenicotteri e a cui avrebbe fatto seguito un dibattito pubblico.
Ma il corto non verrà proiettato per volontà dell’autore che ringrazia gli organizzatori del festival per aver accettato la sua proposta e avergli offerto una vetrina importante da cui, però, si dice costretto, a malincuore, a tirarsi indietro.
“Il messaggio del mio film – spiega in una nota- va in netto contrasto con gli sponsor che supportano l’evento e che sono apparsi solo dopo aver concordato la mia presenza. Non ho intenzione di offrire alcun servizio di greenwashing ad aziende che supportano il festival e che allo stesso tempo avvelenano il nostro territorio. Un paradosso difficile da digerire che andrebbe messo a fuoco. Il mio film parla anche di questo”.
Per Panarello sono belle le piazze gremite di persone che guardano il grande schermo, ma questo spettacolo, assieme a tutti gli eventi dell’estate augustana, “sono un regalo avvelenato.
Mentre politici e industriali lanciano coriandoli sugli occhi della città, gran parte della popolazione di Augusta, anestetizzata dal calore dei riflettori, non si accorge che questo genere di sponsorship sono la porta d’accesso per concessioni e nuovi accordi a danno del territorio”.
Gli spettacoli che vengono proposti alla cittadinanza, per il regista augustano, non sono gratis.
“Li stiamo pagando molto cari”- sottolinea non dimenticando che la Gespi, tra gli sponsor del festival, è l’azienda che gestisce l’inceneritore ad Augusta, “di cui ricordiamo la condanna nel 2013 per emissioni di diossine e altri inquinanti in dosi mille volte superiori ai limiti di legge (reato prescritto in appello). Pochi anni dopo, Gespi è ancora coinvolta nell’inchiesta sulla discarica Cisma (Melilli). Nel frattempo, l’azienda ha raddoppiato la linea dell’inceneritore, e intende ora realizzare una discarica di rifiuti pericolosi nel cuore della zona industriale”. Com’è noto, il Comune di Augusta ha già espresso il suo parere favorevole.
Inoltre il regista augustano ricorda che il festival di corti si inserisce nel cartellone dell’estate augustana, che da anni “beneficia del finanziamento di aziende della zona industriale come Ecomac già ben nota alle cronache estive, o Sonatrach e Sasol indagate per disastro ambientale aggravato.
Realizzare Shortini, o partecipare a qualsiasi altro evento supportato da questo genere di sponsor, -prosegue- significa essere fagocitati da un sistema politico e culturale che non apprezzo. Per me significherebbe inquinare la poesia che cerco di esprimere in ogni mio lavoro. Probabilmente resterò inosservato come i fenicotteri del mio breve film, ma questo piccolo gesto ha una grande importanza e non solo per me”.
La scultura in bambù che si muove lenta e inesorabile all’inizio e alla fine del suo cortometraggio è il “messaggio che facciamo ancora un po’ fatica a decifrare”.
“Suggerisce l’idea di impegnarsi a trovare nuovi metodi per muoversi in ambito politico, economico e poetico. Nulla di personale contro gli organizzatori del festival. Posso comprendere le loro motivazioni ma non il loro modo di agire. L’auspicio è che questo mio intervento possa essere spunto per una riflessione collettiva. Sarebbe bello vedere uno Shortini 2026 senza loghi che inquinano anche la cultura”.
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