
Sedici persone intente a pescare dentro il porto sono state scoperte dalla Polizia provinciale che ha messo a segno un’operazione fulminea, studiata nel dettaglio e condotta con piglio deciso.
Il personale è intervenuto nelle prime ore di stamattina nell’area industriale di Punta Cugno, dove la pesca è tassativamente vietata a causa della presenza di impianti industriali, attività portuali e continui movimenti di mezzi pesanti.
Ad entrare in azione dieci unità di personale, supportate da quattro autovetture – due civette e due con i colori d’istituto – dispiegate per un appostamento mirato.
Dopo un’accurata verifica dei veicoli presenti nello spiazzale e un controllo degli accessi, il personale ha fatto ingresso in uno stabilimento dismesso, utilizzato come varco di fortuna da chi tenta di raggiungere il pontile industriale.
La perlustrazione, meticolosa e silenziosa, ha dato i suoi frutti: sedici persone sono state sorprese intente a pescare sul pontile, in un tratto di costa che non solo ricade interamente in area industriale e portuale, ma dove i cartelli di divieto sono chiari e numerosi.
Un luogo tutt’altro che “naturale”, in cui la presenza costante di attività umane rende la pesca non solo illegale, ma anche potenzialmente rischiosa.
Il pescato, ancora vivo, è stato immediatamente reimmesso in libertà, come previsto dalle procedure di tutela della fauna acquatica.
“Il corpo della Polizia provinciale, guidato dal Tenente Colonnello Daniel Amato, in appena due mesi ha dimostrato di essere tornato pienamente operativo, presente sul territorio e soprattutto incisivo e capillare nell’azione di polizia, restituendo efficacia e continuità ai controlli” – si legge in una nota.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Libero consorzio comunale, Michelangelo Giansiracusa, che ha fornito gli indirizzi strategici per il rilancio del comparto della Polizia provinciale e che sottolinea con “particolare gioia” i risultati già tangibili di questo nuovo corso.
Numerosi cittadini, inoltre, stanno contattando il comando per segnalazioni, esprimere apprezzamento e complimentarsi direttamente con il personale impegnato sul territorio.
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Ad entrare in azione dieci unità di personale, supportate da quattro autovetture – due civette e due con i colori d’istituto – dispiegate per un appostamento mirato.
Dopo un’accurata verifica dei veicoli presenti nello spiazzale e un controllo degli accessi, il personale ha fatto ingresso in uno stabilimento dismesso, utilizzato come varco di fortuna da chi tenta di raggiungere il pontile industriale.
La perlustrazione, meticolosa e silenziosa, ha dato i suoi frutti: sedici persone sono state sorprese intente a pescare sul pontile, in un tratto di costa che non solo ricade interamente in area industriale e portuale, ma dove i cartelli di divieto sono chiari e numerosi.
Un luogo tutt’altro che “naturale”, in cui la presenza costante di attività umane rende la pesca non solo illegale, ma anche potenzialmente rischiosa.
Il pescato, ancora vivo, è stato immediatamente reimmesso in libertà, come previsto dalle procedure di tutela della fauna acquatica.
“Il corpo della Polizia provinciale, guidato dal Tenente Colonnello Daniel Amato, in appena due mesi ha dimostrato di essere tornato pienamente operativo, presente sul territorio e soprattutto incisivo e capillare nell’azione di polizia, restituendo efficacia e continuità ai controlli” – si legge in una nota.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del Libero consorzio comunale, Michelangelo Giansiracusa, che ha fornito gli indirizzi strategici per il rilancio del comparto della Polizia provinciale e che sottolinea con “particolare gioia” i risultati già tangibili di questo nuovo corso.
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