
A catturare l’attenzione degli ospiti sono stati soprattutto gli orti rialzati, strumenti preziosi che permettono anche a chi ha gravi difficoltà motorie di lavorare la terra, di coltivare, di creare. Di partecipare.
L’ammirazione espressa dai rappresentanti di Buzzi e Literlite non è stata di circostanza.
È stata la conferma che quando il mondo produttivo incontra l’impegno sociale, quando l’industria si ferma ad ascoltare le storie della fragilità, nasce un’alleanza capace di trasformare il territorio.
Il momento più emozionante è arrivato alla fine, quando i ragazzi hanno voluto ringraziare i loro ospiti con un gesto semplice ma potentissimo: il dono di piccole composizioni realizzate con piante succulente.
Un simbolo di resilienza, di crescita lenta ma tenace—un po’ come loro.
La visita si è conclusa tra sorrisi, strette di mano e la consapevolezza condivisa che camminare insieme è possibile.
E che realtà come Augusta Project, con la forza dei suoi operatori e dei suoi ragazzi, dimostrano ogni giorno che la disabilità non è un limite, ma un diverso modo di stare al mondo.
Un mondo che sa essere più bello quando decide di sostenere, davvero, chi lo abita.
C’è una luce particolare che illumina alcuni luoghi, una luce fatta di gesti, dedizione e volontà di cambiare davvero le cose.
È quella che si è accesa nei locali dell’Associazione Augusta Project, dove operatori, ragazzi e membri del direttivo hanno aperto le porte a due importanti realtà industriali del territorio: la Buzzi Cementeria di Augusta, rappresentata dal direttore Giuseppe Paci e dalla segretaria Pamela Piazza, e la Literlite, con il direttore Vincenzo Di Domenico.
L’incontro ha assunto fin da subito il sapore delle grandi occasioni.
Dopo i saluti della presidente, Giusy Fazio, il clima si è arricchito delle parole dell’ortoterapeuta dell’associazione, che ha accompagnato gli ospiti dentro il cuore pulsante di uno dei progetti più significativi: l’Orticoltura Terapeutica.
Un percorso pensato per restituire autonomia, fiducia e benessere attraverso il contatto con la terra, con il ritmo naturale delle piante, con l’esperienza del prendersi cura.
E poi, come in una piccola rivoluzione di normalità, sono stati i ragazzi a prendere la scena.
Hanno mostrato le loro abilità, raccontando con i gesti e con gli occhi ciò che spesso le parole non sanno dire: il valore di un impegno quotidiano, la forza di chi affronta ostacoli invisibili ai più, la gioia di sentirsi parte attiva di un progetto.
A catturare l’attenzione degli ospiti sono stati soprattutto gli orti rialzati, strumenti preziosi che permettono anche a chi ha gravi difficoltà motorie di lavorare la terra, di coltivare, di creare. Di partecipare.
L’ammirazione espressa dai rappresentanti di Buzzi e Literlite non è stata di circostanza.
È stata la conferma che quando il mondo produttivo incontra l’impegno sociale, quando l’industria si ferma ad ascoltare le storie della fragilità, nasce un’alleanza capace di trasformare il territorio.
Il momento più emozionante è arrivato alla fine, quando i ragazzi hanno voluto ringraziare i loro ospiti con un gesto semplice ma potentissimo: il dono di piccole composizioni realizzate con piante succulente.
Un simbolo di resilienza, di crescita lenta ma tenace—un po’ come loro.
La visita si è conclusa tra sorrisi, strette di mano e la consapevolezza condivisa che camminare insieme è possibile.
E che realtà come Augusta Project, con la forza dei suoi operatori e dei suoi ragazzi, dimostrano ogni giorno che la disabilità non è un limite, ma un diverso modo di stare al mondo.
Un mondo che sa essere più bello quando decide di sostenere, davvero, chi lo abita.
C’è una luce particolare che illumina alcuni luoghi, una luce fatta di gesti, dedizione e volontà di cambiare davvero le cose.
È quella che si è accesa nei locali dell’Associazione Augusta Project, dove operatori, ragazzi e membri del direttivo hanno aperto le porte a due importanti realtà industriali del territorio: la Buzzi Cementeria di Augusta, rappresentata dal direttore Giuseppe Paci e dalla segretaria Pamela Piazza, e la Literlite, con il direttore Vincenzo Di Domenico.
L’incontro ha assunto fin da subito il sapore delle grandi occasioni.
Dopo i saluti della presidente, Giusy Fazio, il clima si è arricchito delle parole dell’ortoterapeuta dell’associazione, che ha accompagnato gli ospiti dentro il cuore pulsante di uno dei progetti più significativi: l’Orticoltura Terapeutica.
Un percorso pensato per restituire autonomia, fiducia e benessere attraverso il contatto con la terra, con il ritmo naturale delle piante, con l’esperienza del prendersi cura.
E poi, come in una piccola rivoluzione di normalità, sono stati i ragazzi a prendere la scena.
Hanno mostrato le loro abilità, raccontando con i gesti e con gli occhi ciò che spesso le parole non sanno dire: il valore di un impegno quotidiano, la forza di chi affronta ostacoli invisibili ai più, la gioia di sentirsi parte attiva di un progetto.
A catturare l’attenzione degli ospiti sono stati soprattutto gli orti rialzati, strumenti preziosi che permettono anche a chi ha gravi difficoltà motorie di lavorare la terra, di coltivare, di creare. Di partecipare.
L’ammirazione espressa dai rappresentanti di Buzzi e Literlite non è stata di circostanza.
È stata la conferma che quando il mondo produttivo incontra l’impegno sociale, quando l’industria si ferma ad ascoltare le storie della fragilità, nasce un’alleanza capace di trasformare il territorio.
Il momento più emozionante è arrivato alla fine, quando i ragazzi hanno voluto ringraziare i loro ospiti con un gesto semplice ma potentissimo: il dono di piccole composizioni realizzate con piante succulente.
Un simbolo di resilienza, di crescita lenta ma tenace—un po’ come loro.
La visita si è conclusa tra sorrisi, strette di mano e la consapevolezza condivisa che camminare insieme è possibile.
E che realtà come Augusta Project, con la forza dei suoi operatori e dei suoi ragazzi, dimostrano ogni giorno che la disabilità non è un limite, ma un diverso modo di stare al mondo.
Un mondo che sa essere più bello quando decide di sostenere, davvero, chi lo abita.
C’è una luce particolare che illumina alcuni luoghi, una luce fatta di gesti, dedizione e volontà di cambiare davvero le cose.
È quella che si è accesa nei locali dell’Associazione Augusta Project, dove operatori, ragazzi e membri del direttivo hanno aperto le porte a due importanti realtà industriali del territorio: la Buzzi Cementeria di Augusta, rappresentata dal direttore Giuseppe Paci e dalla segretaria Pamela Piazza, e la Literlite, con il direttore Vincenzo Di Domenico.
L’incontro ha assunto fin da subito il sapore delle grandi occasioni.
Dopo i saluti della presidente, Giusy Fazio, il clima si è arricchito delle parole dell’ortoterapeuta dell’associazione, che ha accompagnato gli ospiti dentro il cuore pulsante di uno dei progetti più significativi: l’Orticoltura Terapeutica.
Un percorso pensato per restituire autonomia, fiducia e benessere attraverso il contatto con la terra, con il ritmo naturale delle piante, con l’esperienza del prendersi cura.
E poi, come in una piccola rivoluzione di normalità, sono stati i ragazzi a prendere la scena.
Hanno mostrato le loro abilità, raccontando con i gesti e con gli occhi ciò che spesso le parole non sanno dire: il valore di un impegno quotidiano, la forza di chi affronta ostacoli invisibili ai più, la gioia di sentirsi parte attiva di un progetto.
A catturare l’attenzione degli ospiti sono stati soprattutto gli orti rialzati, strumenti preziosi che permettono anche a chi ha gravi difficoltà motorie di lavorare la terra, di coltivare, di creare. Di partecipare.
L’ammirazione espressa dai rappresentanti di Buzzi e Literlite non è stata di circostanza.
È stata la conferma che quando il mondo produttivo incontra l’impegno sociale, quando l’industria si ferma ad ascoltare le storie della fragilità, nasce un’alleanza capace di trasformare il territorio.
Il momento più emozionante è arrivato alla fine, quando i ragazzi hanno voluto ringraziare i loro ospiti con un gesto semplice ma potentissimo: il dono di piccole composizioni realizzate con piante succulente.
Un simbolo di resilienza, di crescita lenta ma tenace—un po’ come loro.
La visita si è conclusa tra sorrisi, strette di mano e la consapevolezza condivisa che camminare insieme è possibile.
E che realtà come Augusta Project, con la forza dei suoi operatori e dei suoi ragazzi, dimostrano ogni giorno che la disabilità non è un limite, ma un diverso modo di stare al mondo.
Un mondo che sa essere più bello quando decide di sostenere, davvero, chi lo abita.








