
Un ponte lungo 70 anni, costruito con coraggio, dialogo e incontri che hanno superato confini geografici e culturali.
È questo lo spirito che ha animato la serata di venerdì 10 ottobre ad Augusta, nel gremito salone “Rocco Chinnici” del Palazzo di Città, dove il Centro Locale di Intercultura ha celebrato il settantesimo anniversario dell’associazione a livello nazionale e i 38 anni di presenza attiva sul territorio.
L’evento, intitolato “Intercultura: un ponte verso la pace lungo 70 anni”, si è svolto con il patrocinio del Comune di Augusta, alla presenza di volontari, studenti ed ex studenti, famiglie ospitanti e cittadini. Un’occasione per riflettere sul valore degli scambi interculturali come strumento di pace, educazione e crescita.
A dare il via all’incontro è stata Brigida Stano, presidente del centro locale, con un discorso carico di emozione:
“Siamo qui per celebrare una storia che parla di pace, incontro e crescita reciproca. Un percorso reso possibile grazie alle istituzioni, alle famiglie e ai ragazzi che, con coraggio, partono per cambiare il mondo e se stessi”, ha detto Stano, sottolineando l’importanza della rete di relazioni che rende possibile l’esperienza Intercultura.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Giuseppe Di Mare e del vicesindaco Biagio Tribulato, è iniziato un vero e proprio viaggio nella memoria, guidato da Monica Bacco, prima volontaria di Intercultura in Sicilia, che ha ripercorso i momenti salienti dei 38 anni del centro locale di Augusta.
A completare il racconto, una suggestiva mostra fotografica allestita nella hall del palazzo comunale, visitabile fino al 13 ottobre.
Uno dei momenti più intensi è stato dedicato alle testimonianze dei giovani: cinque ex studenti borsisti – Benedetta Nobile, Luca Amato, Caterina Perticari, Roberta Di Bartolo e Marianna Passanisi – hanno raccontato la loro esperienza di vita all’estero, dal Messico all’Islanda, dalla Spagna a Hong Kong, offrendo uno sguardo autentico su come i valori di pace, inclusione e dialogo interculturale possano diventare realtà vissute.
Benedetta Nobile ha anche presentato una ricerca condotta da Ipsos, sottolineando l’impatto trasformativo dei programmi Intercultura sui partecipanti.
Emozionante anche il videomessaggio di Simona Caruso, ex studentessa partita nel 1992 per gli Usa, che ha raccontato quanto quell’esperienza abbia influenzato il suo percorso umano e professionale.
Non poteva mancare un tributo alle famiglie, pilastro fondamentale del progetto.
Le parole di Placido Perticari e le testimonianze di genitori ospitanti e invianti hanno messo in luce quanto aprire la propria casa significhi anche aprire il proprio cuore, in un’esperienza di arricchimento reciproco che lascia tracce indelebili.
A rappresentare il presente e il futuro di Intercultura, sono stati presentati i tre studenti internazionali che stanno vivendo il loro anno scolastico ad Augusta: Helena (Portogallo), Yagmur (Turchia) e Sacha (Canada).
Tre giovani ambasciatori del dialogo interculturale, che incarnano la missione dell’associazione: costruire ogni giorno un ponte tra le culture.
A chiudere la serata, un momento simbolico e partecipato: ogni presente ha scritto su un post-it colorato una parola che per lui rappresenta Intercultura.
I foglietti sono stati poi raccolti in un grande poster, un mosaico di idee e valori, specchio della ricchezza di significati che questo progetto porta con sé.
“Continuiamo a costruire ponti verso la pace”, ha concluso Brigida Stano.
E la serata di Augusta ha confermato che, anche in un mondo segnato da conflitti e divisioni, questi ponti sanno ancora unire, ispirare e far crescere.
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