Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 44)
Il cronista del quotidiano La Repubblica, Fabrizio Bertè, è stato fermato dalla Digos della Questura dì Messina, la sua città, mentre si accingeva a raccontare una manifestazione non violenta, promossa da ‘Ultima Generazione’, dedicata agli incendi che hanno devastato la Sicilia, alle catastrofi climatiche e ai soldi stanziati per il Ponte sullo Stretto invece che per le infrastrutture e per la messa in sicurezza del territorio.
Secondo il racconto, riportato dallo stesso quotidiano, il giornalista sarebbe stato avvicinato da un agente in borghese mentre era seduto sulle scale di una chiesa del centro della città, in via Garibaldi, assieme a un insegnante.
L’agente in borghese avrebbe chiesto i documenti, affermando che si trattava di un normale controllo.
Successivamente, assieme ad altri tre agenti, che nel frattempo si erano avvicinati, i due sarebbero stati condotti in Questura con due auto diverse.
Il giornalista ha raccontato che gli è stato chiesto perché si trovasse sul posto e di mostrare il contenuto dello zainetto che aveva con sé.
Il fermo sarebbe dovuto al fatto che il giornalista era in compagnia dì un ‘pluripregiudicato’.
Nel verbale si legge infetti che “il predetto sì accompagnava al sig. Gìuli Michele, noto per aver posto in essere nel recente passato manifestazioni non preavvisate con gravi ripercussioni sull’ordine pubblico.
La perquisizione (fatta al giornalista) dava esito negativo”.
Dopo gli accertamenti, circa due ore dopo, il giornalista è stato rilasciato.
Solidarietà al giornalista è stata espressa dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dall’Associazione siciliana della Stampa.
Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 42)Dura la reazione della direzione e del Comitato di redazione del quotidiano.
“La Direzione dì Repubblica, appreso del fermo del nostro giornalista Fabrizio Berté da parte dell’ufficio Digos della Questura dì Messina, denuncia il carattere pretestuoso e intimidatorio dì una misura assolutamente ingiustificata che, oltretutto, ha impedito ieri al collega dì poter svolgere il suo lavoro. Repubblica ritiene assolutamente inaccettabile quello che è accaduto e si augura che tali episodi, lontani dagli standard di una forza dì polizia democratica di un Paese occidentale, non debbano più ripetersi”.
“Il Cdr di Repubblica esprime solidarietà a Fabrizio Bertè e ritiene inaccettabile la perquisizione subìta ieri a Messina dal collega mentre raccontava una manifestazione ambientalista.
Il giornalista è stato fermato da agenti dì polizia in borghese che hanno perquisito il suo zaino ed è stato poi portato in Questura dove è stato interrogato per due ore. li Cdr ritiene grave e preoccupante quanto avvenuto e ribadisce che tutta la redazione è al fianco delle giornaliste e dei giornalisti dì Repubblica nel documentare fatti e storie e nessun atteggiamento intimidatorio o persecutorio fermerà questo impegno”.






