
È stata proclamata dottoressa in Tecniche di laboratorio di biomedico, con la votazione di 110 e lode Sara Campanella, la giovane studentessa dell’università di Messina, originaria di Misilmeri e vittima di femminicidio lo scorso marzo per mano di Stefano Argentino, di Noto, che poi si è ucciso in carcere.
Stamane la cerimonia nell’aula magna dove la rettrice Giovanna Spatari ha consegnato la pergamena di laurea alla mamma di Sara Campanella, Maria Concetta Zaccaria.
“Oggi è un giorno che avevamo sognato assieme a Sara. Ma che certamente avevamo sognato in modo diverso – ha detto la madre della studentessa di Misilmeri, vittima di femminicidio – Sara aveva fatto tanti sacrifici. E oggi siamo qui per renderle omaggio. E per ricordarla. Noi porteremo la sua luce, ovunque, sempre e comunque. Lei vive in ognuno di noi. È stato un dono prezioso che Dio ci ha donato e lo ringrazio per avermi regalato questa creatura meravigliosa. Una ragazza straordinaria. Sara era amore e luce”.
“Quanto accaduto a Sara rappresenta un immenso dolore che pervade tutti noi e questo conferimento non è solo un atto simbolico ed etico, ma anche la giusta conclusione di un percorso che testimonia l’impegno, la preparazione, la dedizione e la bravura di Sara. – ha affermato la rettrice- Era una ragazza brillante, empatica, integra, con la vocazione alla cura dell’altro, qualità che esprime l’essenza stessa delle professioni sanitarie”.
Ha poi preannunciato che in sinergia con l’ assessorato regionale all’Istruzione verranno bandite delle borse di studio dedicate a Sara e destinate a premiare la carriera di studenti meritevoli e di laureati che abbiano affrontato nella propria tesi di laurea i temi del femminicidio e della violenza di genere.
“Quanto avvenuto a Sara si lega, indissolubilmente, a quando successo a Lorena Quaranta il cui ricordo resta impresso nelle nostre menti ed a cui la il precedente rettore aveva programmato di intitolare il cortile del Rettorato”. – ha aggiunto sottolineando che, in base a quanto deliberato nei giorni scorsi dagli organi collegiali, il cortile porterà i nomi di Sara e di Lorena.
Alla cerimonia erano presenti oltre ai familiari di Sara tutti i docenti e i colleghi e le colleghe della giovane studentessa palermitana e i sindaci di Messina e di Misilmeri.
“Oggi possiamo finalmente dire – ha dichiarato Claudio Campanella, fratello di Sara – che sei dottoressa, cara Sara. Il dolore per la sua assenza si mescola all’orgoglio per ciò che era. Un immenso uragano di emozioni, una grande luce, una ragazza sensibile, determinata, empatica che amava la sua vita e quella degli altri. Per questo aveva scelto il suo percorso di studi ed amava il Policlinico universitario, che definiva la sua seconda casa. Sara credeva nell’amore vero, che non significa possesso, ma libertà. Oggi, la comunità accademica riconosce il valore dei suoi studi, ma anche la sua testimonianza umana e le restituisce simbolicamente ciò che le è stato negato. Amare sé stessi è il primo passo per cambiare il mondo e mia sorella tutto questo lo sapeva bene. Il suo amore e la sua forza continueranno a guidarci, grazie a chi ha permesso tutto ciò, grazie Sara”.
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