
Il leader di Azione Carlo Calenda, eletto nel 2022 al Senato in Sicilia, ha lanciato oggi la raccolta di firme per chiedere il commissariamento della Regione.
“Oggi lanciamo una campagna specifica sulla Sicilia che versa in una condizione non degna di un Paese occidentale”.
Così Carlo Calenda, assieme al presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto, hanno lanciato l’iniziativa.
In un post sui suoi social, Calenda spiega le ragioni.
“I cittadini siciliani hanno diritto ad avere garantiti i diritti essenziali, esattamente come tutti gli altri cittadini italiani. Sanità, rifiuti, acqua, trasporti, infrastrutture.
In nessuno di questi ambiti la politica siciliana riesce a fornire i livelli minimi di prestazione.
Il governo deve esercitare i poteri sostitutivi che la Costituzione gli permette di utilizzare.
Noi lanciamo oggi una campagna per chiedere il commissariamento della Regione Sicilia, perché vogliamo rompere un sistema che da troppi anni guarda solo alle poltrone e ai giochi di potere, generando un esodo di massa, rassegnazione e disillusione nei confronti delle istituzioni.
Questo sistema opprimente non è invincibile, firma e fai firmare qui, facciamo la differenza insieme: https://azione.it/commissariare-la-regione-sicilia-ora/”.
Sul sito della Fondazione Einaudi, che è a fianco di Azione in questa iniziativa, si leggono le basi giuridiche.
“L’articolo 120 della Costituzione stabilisce che lo Stato ha il dovere di intervenire, esercitando poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni, quando si renda necessario fronteggiare “un grave pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica” o per assicurare ‘la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali’.
Ciò significa che lo Stato può – e deve – assumere temporaneamente le competenze regionali, sia amministrative che legislative, quando l’inerzia o l’incapacità locale impediscono il rispetto dei diritti fondamentali. La stessa Corte Costituzionale ha ribadito che tali poteri valgono anche per le Regioni a statuto speciale, le quali non sono affatto esentate dall’obbligo di garantire standard minimi di pari dignità, eguaglianza, e di giustizia sociale.
Noi riteniamo che la situazione in cui versa oggi la Sicilia non solo autorizzi, ma imponga l’intervento sostitutivo dello Stato, a partire dal settore sanitario ed estendendosi a tutti i servizi pubblici fondamentali. Quando una Regione non assicura più ai propri cittadini i livelli essenziali di assistenza e il diritto alla salute, l’inadempienza non è più politica, ma costituzionale.
Chiediamo dunque al Governo della Repubblica di esercitare con urgenza i poteri sostitutivi previsti dagli articoli 120 e 126 della Costituzione, fino a valutare, nelle situazioni più gravi, lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Regione per gravi violazioni di legge e per il venir meno dei principi fondamentali della Repubblica”.
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