
In un’intervista a Mario Barresi per La Sicilia, Raffaele Lombardo parla delle conseguenze politiche dell’inchiesta che ha coinvolto Cuffaro e sconvolto la Democrazia Cristiana.
Lombardo precisa di parlare a titolo personale e che la sua posizione non è ancora quella di Mpa né di Grance Sicilia, ma si dice dispiaciuto per il dramma umano che vivono Cuffaro e le persone coinvolte “loro malgrado” e i loro cari.
Sono lontani i tempi in cui i due erano giovani rampanti al seguito dell’ex Ministro Calogero Mannino, oggi Lombardo e Cuffaro sono rivali, o almeno lo erano fino a qualche giorno fa, nella maggioranza di centrodestra che sostiene Schifani.
Sulla sanità Lombardo rivendica di aver parlato pubblicamente di “disastro sanità senza essere ascoltato”, e ribadisce l’esigenza di intervenire subito e radicalmente: “Ripeto: subito! Affinché l’amministrazione non si faccia precedere….”
“Non si può tollerare che il dirigente che aspira a fare il primario debba passare dalla tal segreteria politica, né che venga penalizzato se non avalla atti illegittimi”.
In merito all’ipotesi di dimissioni del presidente della Regione, Lombardo si esprime con chiarezza.
“Le dimissioni sarebbero una fuga verso il nulla” e affermache nuove elezioni non garantirebbero “una nuova Assemblea di casti e puri”.
Ricorda i dati economici positivi e definisce quello attuale un momento difficile “che va affrontato con lucidità e fermezza, adottando misure idonee a correggere la rotta”.
A Schifani suggerisce di cambiare la giunta di governo “puntando su persone, a partire dal vertice, inflessibili, inavvicinabili, capaci di riformare il sistema all’insegna del rigore e dell’obiettività. E a seguire “giù giù per li rami…”
“L’azzeramento della giunta e una nuova compagine di livello che dia il senso tangibile del cambiamento.
E così per taluni direttori generali della sanità e per i capi dei dipartimenti, laddove c’è da rimuovere incrostazioni, anomalie e irregolarità”.
Alla domanda sulla ricandidatura di Schifani, Lombardo sembra prendere le distanze dall’attuale presidente.
“Mi astengo da tempo dall’avanzare la sua ricandidatura perché mi sembra un esercizio ipocrita da parte di chi sa che la scelta è fatta, ahimè, altrove e da altri.
Dico che se Schifani rilancia l’azione di governo con coraggio e determinazione e con buoni risultati non potrà che essere riproposto con successo”.
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