
Nella Guida Michelin 2026, la 71ma edizione della principale guida al mondo per la ristorazione, presentata ieri a Parma, non c’è nessun ristorante siciliano tra i 15 che in Italia hanno il massimo riconoscimento, le tre stelle.
Ce ne sono invece 4 tra i 38 che hanno ottenuto 2 stelle e 18 che hanno ottenuto una stella.
Il ristorante I Tenerumi dell’isola di Vulcano chef Davide Guidara, trentunenne noto per la sua “cucina vegetale”, ottiene la seconda stella e si aggiunge agli tre che erano presenti nella guida lo scorso anno e hanno ottenuto la conferma.
Sono: La Madia di Licata dello chef Pino Cuttaia, il Duomo di Ragusa del notissimo Ciccio Sultano e il St. George by Heinz Beck di Taormina dello chef Salvatore Iuliano.
Passano da 20 i 18 invece quelli con una stella, nessun nuovo ingresso.
7 sono in provincia di Messina (ben 5 a Taormina e due alle Iole Eolie), 4 in provincia di Catania (2 nel capoluogo uno a Riposto e uno a Linguaglossa), tre in quella di Palermo (due a Bagheria e una nel capoluogo), 2 in provincia di Siracusa (una nel capoluogo e uno a Noto) e due in quella di Ragusa (uno nel capoluogo e uno a Marina di Ragusa).
Rispetto allo scorso anno, esce dall’elenco Accursio di Modica oltre a I Tenerumi promosso con la seconda stella.
Questo l’elenco completo:
Zash di Archi frazione di Riposto, Lìmù e I Pupi di Bagheria, Coria e Sapio di Catania, Il Cappero di Vulcano, Shalai di Linguaglossa, Signum di Malfa comune dell’isola di Salina, Votavota di Marina di Ragusa, il Crocifisso di Noto, Mec Restaurant di Palermo, Locanda Don Serafino di Ragusa, Cortile Spirito Santo di Siracusa, La Capinera, Otto Geleng, Principe Cerami, Vineria Modì e Il Bavaglino a Taormina.
La guida è realizzata sulla base di valutazioni effettuate da ispettori che ordinano diversi piatti per valutare l’offerta nella sua interezza.
Le decisioni non tengono conto del servizio e dell’ambiente del ristorante, anche se la coerenza del menu include tutti i piatti proposti.
Questi i cinque criteri per le stelle Michelin:
Qualità dei prodotti: La valutazione inizia dalla materia prima, che deve essere di prima scelta.
Armonia dei sapori: I sapori devono essere ben bilanciati e combinati tra loro nel piatto.
Padronanza della tecnica: È fondamentale la dimostrazione di una grande abilità nell’applicazione delle tecniche culinarie.
Personalità dello chef: La cucina deve riflettere la personalità e la visione dello chef, esprimendo la sua creatività e il suo stile unico.
Coerenza nel tempo: Il menu e la qualità devono essere costanti e impeccabili nel tempo, anche a distanza di anni.
I tre livelli rappresentano rispettivamente:
una Stella: Cucina di grande qualità – Merita una sosta;
due Stelle: Cucina eccezionale – Merita una deviazione;
tre stelle: Cucina unica – Merita un viaggio.
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