Dopo la riunione del 17 luglio del Tavolo Paritetico Regionale di Coordinamento delle Attività di Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di Educazione e d’Istruzione, un gruppo di associazioni di categoria chiede di uniformare subito i servizi della Regione Siciliana a quelli nazionali.
La richiesta è del Coordinamento, che si è insediato a marzo scorzo, formato da Confcooperative Sicilia, Fism Sicilia (Federazione Italiana Scuole Materne) e Legacoop Sicilia Sociali, che evidenzia la necessità di superare la lentezza che ha caratterizzato i mesi passati rispetto all’iter per la programmazione degli interventi per il potenziamento dei servizi educativi e della scuola per l’infanzia.
“Applicazione, a partire dall’anno educativo 2025/2026, del costo standard nazionale previsto dal decreto interministeriale del 24 marzo scorso, con cui vengono assegnate le risorse 2025 per incrementare il numero dei posti nei servizi educativi per l’infanzia”.
Questa la richiesta del coordinamento, che esprime la preoccupazione in una nota congiunta, indirizzata in primo luogo agli assessori alla Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, Nuccia Albano e all’Istruzione e Formazione Professionale, Mimmo Turano, oltre che ai dirigenti dei dipartimenti e delle istituzioni interessate.
Il timore espresso da Confcooperative Sicilia, Fism e Legacoop Sicilia Sociali, è che possa non essere “garantito il regolare avvio dei servizi educativi che consenta ai genitori in un sistema di sicurezza sociale di poter conciliare i tempi lavoro-famiglia”.
Il segretario generale di Concooperative Sicilia, Luciano Ventura, il segretario regionale della Fism Dario Cangialosi ed il coordinatore di Legacoop Sociali, Giuseppe Fiolo, firmatari del documento, chiedono l’avvio immediato dell’iter amministrativo e, nel merito, di rideterminare le tariffe mensili per i servizi educativi 0/3 anni secondo quanto previsto dalla Commissione Tecnica Nazionale per i fabbisogni standard.
“Vorremmo anche sapere quali sono gli ostacoli che ad oggi non consentono alle sezioni primavera di ricevere dall’anno scolastico 2020/2021 la quota regionale di finanziamento da parte del Dipartimento regionale dell’Istruzione”.
Le federazioni e associazioni di categoria confermano, infine, l’intenzione di “proseguire nel segno di una proficua collaborazione, finalizzata all’interesse generale della famiglia e della comunità siciliana”.
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