
Ponte si, Ponte no. E intanto in migliaia cercano lavoro nella realizzazione dell’imponente opera sullo Stretto che collegherebbe la Sicilia alla Calabria.
A 72 ore, infatti, dall’annuncio dell’apertura delle selezioni, avevano già superato 7.500 le candidature ricevute da Webuild per le prime assunzioni legate alla realizzazione dell’opera.
Si cercano soprattutto profili tecnici, operai e personale di staff destinati a Eurolink, il consorzio guidato proprio da Webuild incaricato della costruzione del ponte.
In particolare la selezione è per assistenti di cantiere, responsabili del controllo qualità, figure nell’ambito finanziario e assicurativo, buyer, plannerma anche ispettori per la verifica della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, per il controllo qualità e ambientale.
Opportunità anche per ruoli direzionali e di audit, come internal audit manager, internal audit analyst, compliance analyst e compliance manager. Le posizioni sono aperte sul portale ufficiale webuildgroup.it dove chi è interessato deve creare un proprio profilo personale e accedere alla sezione “Candidati ora”.
La selezione delle candidature per le assunzioni è aperta ancora oggi ed era stata avviata qualche giorno fa e in attesa della decisione della Corte dei Conti che, com’è noto, è arrivata l’altro ieri con la sezione centrale di controllo che non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la delibera Cipess 41/2025 del Ponte sullo Stretto che autorizzava l’opera da 13,5 miliardi.
Le motivazioni dell’organo di controllo sugli atti del Governo sono ancora in fase di redazione e saranno rese note entro trenta giorni ma riguarderebbero le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto alle normative ambientali e antisismiche e alle regole europee sul superamento del cinquanta per cento del costo iniziale.
Il Governo da parte sua ha gridato all’ “invasione delle toghe” e sembra comunque intenzionato a proseguire per la sua strada per realizzare l’imponente opera. Lo potrebbe fare con un’apposita deliberazione del Consiglio dei ministri che ritenga che l’atto risponde a interessi pubblici superiori e va realizzato.
Il visto viene così applicato con riserva e l’atto acquista piena efficacia, ma può dare luogo a una responsabilità politica del Governo.
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