È scaduto alle 15 del 9 giugno, il termine previsto per la presentazione delle offerte per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura relativi alla progettazione di fattibilità tecnico-economica dei due termovalorizzatori di Catania e Palermo.
Il termine era fissato nel bando di gara pubblicato da Invitalia sulla piattaforma digitale “InGate” e sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, per conto della Regione Siciliana.
Le offerte pervenute sono 7 e alcune da parte di società non italiane, come ha annunciato il presidente della Regione Renato Schifani, che è anche commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata per la gestione dei rifiuti.
“Adesso verrà composta la commissione esaminatrice, due membri indicati da Invitalia e dalla Regione.
Ritengo che sarà istituita tra la fine di questa settimana e la prossima”.
La gara prevede anche l’opzione di affidamento dei servizi di direzione lavori e di coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per ciascuno dei due impianti che saranno realizzati nei siti già individuati dal Piano regionale dei rifiuti.
L’importo dell’appalto per la progettazione ammonta a quasi 22 milioni di euro, mentre altri 22,4 milioni sono previsti per l’eventuale direzione lavori.
Le risorse complessivamente destinate alla realizzazione dei due impianti provenienti dall’Accordo per la coesione, stipulato a maggio 2024 tra il presidente della Regione Schifani e il presidente del Consiglio dei ministri Meloni, ammontano a 800 milioni di euro.
Monta intanto la polemica, soprattutto per l’individuazione del sito dove sorgerà il termovalorizzatore di Catania, un’area di 200 mila metri quadrati lungo l’8a strada della zona industriale dei Pantano d’Arci, di fronte al polo logistico della Sis Società Interporti siciliani.
L’area, che dista 6 chilometri da Piazza Duomo, è un terreno dell’ex Asi e quindi di proprietà pubblica.
Gli attacchi arrivano dal Movimento 5 stelle, con la deputata regionale Jose Marano, vicepresidente della commissione Ambiente dell’Ars che ha inviato una richiesta di accesso agli atti al presidente della Regione per avere la documentazione che giustifica la scelta della zona catanese per la realizzazione dell’impianto.
“La Regione con la prevista realizzazione di due inceneritori a Catania e a Palermo, continua ad andare avanti a testa bassa su una strada sbagliata sotto tutti punti di vista, considerato che l’anacronistica pratica dell’incenerimento, contraria pure alle direttive europee, come abbiamo sempre detto, non è la soluzione allo smaltimento dei rifiuti.
Ci dicano quantomeno perché è stata scelta una zona che presenta enormi criticità come quella di Pantano D’Arci, cosa che ho più volte chiesto in commissione, ma alla quale sono seguite soltanto risposte altamente evasive”.
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