“Le sentenze, piacciono o meno, si rispettano. Abbiamo, in tal senso, apprezzato l’equilibrato commento di Reale che pur non nascondendo la sua naturale amarezza ha riconosciuto a Italia la pienezza dei poteri e della legittimazione. Con la sentenza si chiude, comunque la si pensi, una fase delicatissima e complicata per la città di incertezze e di precarietà. – hanno commentato Ninni Gibellino, Antonino Landro e Pippo Zappulla di Art.1 – Un Sindaco appeso al filo di una sentenza rappresenta comunque per la città una debolezza profonda che non poteva che produrre problemi, ritardi, silenzi e guasti. Per quanto ci riguarda confermiamo la nostra posizione di piena autonomia politica dall’amministrazione Italia. Una giunta che con il passare del tempo e degli inserimenti ha affievolito i tratti di una amministrazione politica di centrosinistra e assunto sempre più le caratteristiche di una giunta civica e trasversale. Inevitabilmente sono stati assunti provvedimenti e scelte condivisibili con altri decisamente meno”.
“Pur con spirito positivo e costruttivo, pertanto, non ci riconosciamo nel profilo politico e programmatico confuso e indistinto di questa giunta e manteniamo una posizione di totale autonomia pronti a sostenere anche pubblicamente le scelte che riteniamo giuste per la città e la comunità così come non nasconderemo la nostra contrarietà per le altre. Ora Italia e la sua giunta dovranno governare davvero e seriamente la città avendo la consapevolezza che la sentenza non ha risolto il vulnus democratico rappresentato dall’autoscioglimento del consiglio comunale. Riteniamo inaccettabile rassegnarsi a 3 anni di amministrazione senza il fondamentale organo di vigilanza, di controllo e di indirizzo. La sfida positiva che lanciamo al Sindaco Italia è quella di insediare una sorte di Consiglio Comunale Parallelo composto dai rappresentanti di tutte le forze politiche, sociali ed economiche della città. Un organismo che chiamato periodicamente ma stabilmente a discutere, approfondire e orientare le scelte dell’amministrazione in un confronto serrato ma sereno e propositivo nell’interesse dei cittadini e di Siracusa. Se è vero che nessuna legge obbliga il Sindaco a farlo, nessuna altra impedisce di colmare una gravissima lacuna democratica e di dotare la città di un insostituibile strumento di partecipazione e di
trasparenza.