
Ha suscitato un vespaio la pubblicazione del contenuto della Relazione di riscontro di Arpa Sicilia sull’autorizzazione alla realizzazione di un deposito di rifiuti nel porto commerciale di Augusta.
Nella relazione inviata al Prefetto di Siracusa e ad altre autorità (leggi l’articolo), l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente giustificava l’imbarazzante ritardo con la carenza di personale.
Il presidente della Commissione ambiente all’Ars, Giuseppe Carta, è intervenuto (leggi l’articolo) per sottolineare il lavoro fatto per potenziare gli uffici dell’Arpa e parlare del rilancia dellArea Aerca.
“I fatti parlano chiaro: i 2 milioni di euro stanziati nella passata Finanziaria Regionale non sono una promessa, ma una realtà concreta”.
Il coportavoce provinciale di Europa Verde Avs, Salvo La Delfa ha replicato alle affermazioni di Carta sostenendo come il numero dei dipendenti a tempo indeterminato di Arpa Sicilia oggi è di 245 unità, contro le 850 previste nella dotazione organica.
Mancano 605 dipendenti.
La Delfa punta il dito anche sul fatto che la carenza di personale è stata colmata con assunzioni a tempo determinato che nel 2024 sono stati più di cento, con un costo di circa 3 milioni di euro.
“La percentuale di precariato all’interno di Arpa Sicilia è sorprendentemente alto, siamo intorno al 33%, contro una percentuale nazionale dell’amministrazione pubblica del 15%.
Arpa Siracusa attualmente può contare solamente di 28 dipendenti a tempo indeterminato (13 nell’UOC Laboratori, 10 nell’UOS Attività produttive, 2 nell’UOC qualità dell’aria e 3 nell’UOC agenti fisici).
Un organico con un’età media alta, estremamente sottodimensionato, considerato il fatto che Siracusa è un’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) e, certo, le poche unità, tra l’altro a tempo determinato, che verranno aggiunte con i bandi in corso non saranno in grado di poter sostenere la grande mole di lavoro che Arpa Siracusa è chiamata a svolgere e sarà chiamata a svolgere nel futuro.
Qualche anno fa, prima del Covid, il numero di dipendenti a tempo indeterminato di Arpa Sicilia risultava essere anche superiore a 60 unità.
I dati riportati dimostrano chiaramente lo stato in cui Arpa Sicilia e, di conseguenza, Arpa Siracusa, versa. Una situazione che non può essere risolta con slogan, con dichiarazioni superficiali senza raccontare i fatti reali con numeri e dati”.
Sulla vicenda è intervenuto il deputato regionale della Democrazia Cristiana, Carlo Auteri, ha annunciato la presentazione di un atto ispettivo all’Assemblea Regionale Siciliana per chiedere chiarimenti ad Arpa Sicilia sullo stato di attuazione del potenziamento dei controlli ambientali nella zona industriale di Siracusa.
“È trascorso quasi un anno da quando l’Aula, approvando il comma 1 dell’articolo 56 della finanziaria 2025, ha stanziato 2 milioni di euro destinati ad Arpa Sicilia per l’assunzione di 26 nuove unità e per l’acquisto di mezzi e strumentazione da impiegare nei controlli ambientali nell’area industriale.
Fondi già disponibili da gennaio, ma che ad oggi non risultano ancora concretamente utilizzati”.
Riferendosi alle accuse di Europa Verde secondo cui i fondi sarebbero “spariti” o le assunzioni ‘false”, Auteri le definisce “fuori luogo e prive di fondamento”.
“Rimando con forza al mittente queste insinuazioni perché le risorse ci sono, sono stanziate e garantite.
È però incomprensibile che, a dieci mesi di distanza, Arpa non abbia ancora completato le assunzioni né provveduto all’acquisto delle attrezzature necessarie.
È paradossale leggere sulla stampa lamentele sulla mancanza di mezzi quando le risorse economiche sono già disponibili”.
Il deputato Dc annuncia che porterà la questione in Aula per chiedere formalmente ad Arpa Sicilia di riferire sullo stato di avanzamento delle procedure e sull’utilizzo effettivo dei 2 milioni di euro destinati al potenziamento dei controlli ambientali.
“Non possiamo permettere che l’impegno dell’Ars venga vanificato da ritardi o cavilli burocratici. Bisogna procedere subito: la qualità della vita dei cittadini che vivono e lavorano nell’area industriale di Siracusa non può più attendere”.
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