ll Tribunale del Riesame di Siracusa ha dichiarato legittimo il decreto di “bilanciamento” che consente al depuratore consortile Ias di Priolo di tornare operativo pur restando formalmente sotto sequestro per gravi ipotesi di reato ambientale.
Una decisione che ha riacceso il dibattito sul destino ambientale e sanitario del polo industriale siracusano e che viene duramente contestata dal Comitato Stop Veleni, da anni.
Il provvedimento autorizza l’impianto a operare in deroga alle normative ambientali, concedendo un periodo di 36 mesi per l’adeguamento tecnico del depuratore. Un arco temporale che, secondo il Comitato, rappresenta di fatto una lunga proroga in un’area già compromessa da decenni di inquinamento.
A rendere ancora più controversa la misura è l’assenza di un cronoprogramma vincolante, di un piano pubblico degli interventi e di garanzie concrete sull’effettiva realizzazione delle opere necessarie. Il timore espresso è che questo periodo si trasformi in una copertura politica e giuridica, consentendo la prosecuzione delle attività senza un reale risanamento.
Nel mirino delle critiche finisce anche la Regione Siciliana, che detiene il 65% delle quote dell’IAS e che quindi ha una responsabilità diretta nella gestione dell’impianto.
Secondo il Comitato, la Regione continua a ricorrere a soluzioni emergenziali e derogatorie, rinunciando a esercitare un ruolo di governo strutturale del risanamento ambientale in un’area classificata ad elevato rischio di crisi ambientale.
Il depuratore Ias era stato sequestrato nel 2022 nell’ambito di un’inchiesta per presunto disastro ambientale che coinvolge alcune delle principali aziende del petrolchimico siracusano.
Dopo anni di indagini, le comunità locali chiedono che si arrivi finalmente all’apertura di un processo.
Il Comitato Stop Veleni ha rivolto un appello pubblico alla Procura di Siracusa affinché si proceda rapidamente, ritenendo che solo un dibattimento possa fare piena luce sulle responsabilità e restituire giustizia alla popolazione.
Sul fronte della comunicazione ambientale, il Comitato contesta inoltre la narrazione rassicurante proposta da alcune aziende del polo, anche attraverso report diffusi dal Cipa sulla qualità dell’aria nel Sin di Siracusa.
Una lettura che, secondo gli attivisti, non rispecchia l’esperienza quotidiana dei cittadini né può sostituirsi ai dati ufficiali di Arpa Sicilia, che indicano la necessità di monitoraggi costanti e approfondimenti sulle esposizioni croniche.
Per il Comitato Stop Veleni, la tutela della salute pubblica non può essere affidata a operazioni di comunicazione, ma richiede interventi concreti e trasparenti. La mobilitazione, assicurano, proseguirà fino a quando non verrà fatta piena giustizia per un territorio segnato da anni di emergenze ambientali.
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