
Potrebbe essere una discesa in campo, ma il fondatore di edicola Libera Domenico Tringali, ingegnere meccanico con un prestigioso curriculum professionale, in un lungo comunicato risponde alle sollecitazioni degli esponenti di Pd e M5s, con “ad oggi sto semplicemente valutando, insieme ad altri amici, cosa è meglio fare”.
Di fatto il centrosinistra ha, finalmente, lanciato il sasso nello stagno della competizione elettorale e Di Mare non sarà il solo candidato.
“Da una parte ho impegni personali che mi impediscono di accettare una candidatura così importante, ma contestualmente non posso defilarmi.
Per la fiducia in me ringrazio in particolare i consiglieri di opposizione Milena Contento, Roberta Suppo, Uccio Blanco e Giancarlo Triberio”.
Tringali sottolinea, con umiltà, di riconoscere i propri limiti e di non essere certo di riuscire “a puntellarli in questi mesi”.
Afferma di ascoltare i partiti, i consiglieri di opposizione e tanta gente comune.
“La decisione finale non sarà solo mia. Sicuramente non nascerà per particolari calcoli o strategie elettorali. Non sarà, comunque, una fuga dalle responsabilità.
Non sarà una mia fuga, perché avrei paura di perdere. In questi anni ho fatto opposizione dura, senza alcun timore. Non ho paura del confronto.
Da sempre ho dimostrato la mia temerarietà verso i poteri forti”.
L’ingegnere con la passione per la politica sottolinea che il ruolo di attenta e valida opposizione, che in molti gli riconoscono, non è in alcun modo legato a motivazioni personali o a rancori contro l’attuale sindaco.
“Posso assicuravi che non c’è nulla di personale. Ma l’attuale amministrazione è, a mio avviso, dietro le operazioni di facciata la più indecente che abbiamo mai avuto in città. Questo è il mio parere e dei miei tanti amici”.
Tringali, con la solita chiarezza e con il suo linguaggio deciso, definisce quella attuale “un’amministrazione di banderuole ed equilibristi, basata sulle bugie o mezze verità, senza alcun confronto neppure tra i vari soggetti della coalizione”.
Sottolinea come Di Mare e la sua amministrazione abbiano avuto l’opportunità di guidare la città dopo risanamento del bilancio comunale, capitalizzando vari progetti delle scorse amministrazioni, ma soprattutto i copiosi fondi del PNRR.
“Però è anche un’amministrazione che ha sperperato tantissimo denaro per finalità puramente elettorali, attingendo dalle compensazioni che dovrebbero meglio essere gestite nel tempo. Ma soprattutto è un’amministrazione che sui grandi temi è sembrata troppo distratta”.
Tringali precisa che i motivi che lo spingono a frenare l’accettazione della proposta di candidatura c’è il fatto di essere destinatario di una querela presentata da un’azienda che si è occupata di spettacoli in città.
“A distanza di oltre dodici mesi dalla querela non sono stato rinviato a giudizio, ma potrei essere oggetto di rinvio a giudizio proprio durante la campagna elettorale. Dovrei difendermi e risulterei poco credibile tra gli elettori. Non potrei concentrarmi sulla campagna elettorale e contrastare in alcun modo una figura che ha basato tutto nel costruire un’imponente macchina del consenso proprio sul filone del turismo e spettacoli”.
Con la sua creatura Edicola Libera sarà comunque della partita e contribuirà in ogni caso alla individuazione del candidato migliore da opporre al sindaco uscente.
“La città merita, comunque, una candidatura che unisca quanti non si riconoscono in questa coalizione di destra, che ha spogliato il consiglio comunale del suo ruolo. Il tempo stringe per un programma antitetico a questo metodo, anche se in passato sono arrivate le candidature solo a cinque mesi dalle elezioni. Sicuramente darò almeno il mio contributo per costruire il programma, le alleanze attorno ad una figura di sintesi condivisa e la squadra antagonista a questo metodo Di Mare”.
“In questi mesi il mio tentativo è stato soprattutto orientato a creare le basi per la costruzione di una vera classe dirigente.
Non amo le investiture personali e su questo penso di essere stato esplicito nella conferenza stampa dello scorso 26 ottobre.
In quella occasione avevo espresso l’ambizione di costruire un progetto forte e unitario per la città. La priorità non era il mio nome”.
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