Se è vero che ormai abbiamo fatto l’abitudine agli sbarchi di immigrati nelle nostre coste, al punto da non considerarli più notizie di rilievo, questa volta non si può proprio restare insensibili di fronte all’ennesimo dramma che si consuma nel Mediterraneo.
All’alba del giorno dell’Immacolata, infatti, al molo commerciale di Lampedusa è sbarcata una bimba di 10 anni che era stata soccorsa dagli operatori della Ong Trotamar III, dopo che l’avevano trovata da sola, alla deriva su un barchino semiaffondato.
I soccorritori hanno raccontato che la bimba, originaria della Sierra Leone, si teneva a galla con una camera d’aria e un giubbotto di salvataggio.
Il recupero in mare della piccola migrante è avvenuto nel cuore della notte, intorno alle tre e mezza.
Dai primi accertamenti, sembra che sia l’unica sopravvissuta del naufragio di tre giorni fa di una barca in metallo, partita dal porto tunisino di Sfax con a bordo 45 persone, tra cui il fratello della piccola.
La barca sarebbe affondata nel Canale di Sicilia a causa di una tempesta che imperversava in quel tratto di mare, con onde alte fino a 4 metri e vento di 23 nodi.
La bimba ha richiamato l’attenzione dei soccorritori, che si sono accorti di lei sentendo le sue urla.
La piccola ha poi raccontato di essere rimasta in mare per due giorni con accanto due ragazzi, che poi non ha più visto dopo che il mare li ha allontanati.
La Guardia Costiera e la guardia di Finanza hanno avviato le ricerche dei superstiti, con le motovedette e un aereo che sorvola la zona dove è stata ritrovata la piccola.
La bambina è stata portata, subito dopo lo sbarco al molo commerciale, al poliambulatorio di Lampedusa dove i medici l’hanno trovata in buone condizioni fisiche ma in evidente stato di choc.
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