“Siamo fermamente contrari alla fusione dei Comuni di Lentini e Carlentini. Al di là di ogni presunto studio di fattibilità, dobbiamo riconoscere che la fusione equivale alla cancellazione definitiva dell’identità storica di un Comune. Questa operazione “a freddo” ingloba paesi con storie e peculiarità distinte in un contenitore più grande, annullandone l’unicità”, a scrivere è il coordinatore di Lentini Futura, Enzo Nicastro.
“I promotori della fusione si basano su mere considerazioni economiche, ignorando che sacrificare anni di storia e identità per ragioni contabili porterebbe alla creazione di enti artificiali e irrealistici, per giunta comunque costosi. È fondamentale considerare che, nonostante le promesse, la razionalizzazione dei servizi in Comuni più grandi e onerosi genererebbe inevitabilmente conflittualità. Una volta esauriti i possibili finanziamenti iniziali, gli amministratori si troverebbero ad affrontare gravi difficoltà”.
“Un aspetto raramente svelato è che i contributi statali per i Comuni sono limitati e insufficienti e andranno sempre più diminuendo fino al loro totale azzeramento. Inoltre, si è evidenziato che il Ministero degli Interni non ha adeguato le somme destinate ai finanziamenti all’aumento delle fusioni, creando una situazione paradossale: più Comuni si fondono, meno risorse ricevono, rendendo la loro sopravvivenza precaria (oltre il danno, la beffa). Questi benefici economici transitori non possono quindi risolvere i danni causati da politiche miopi degli anni passati”, prosegue.
“Ci chiediamo perché dovremmo avviare un processo irreversibile per una promessa economica fragile e irrisoria, o per un desiderio ideologico di accentramento del potere. Non possiamo accettare un’operazione costruita a tavolino che ignora i veri bisogni dei cittadini, suggerita da chi è schierato culturalmente e ideologicamente. Abbiamo già assistito al fallimento della globalizzazione e ai danni enormi inflitti alle Province dalla riforma Delrio. Perché rischiare di compromettere anche i Comuni, le uniche istituzioni realmente vicine ai cittadini e al territorio?”.
“Siamo consapevoli delle attuali difficoltà dei Comuni: i sindaci si scontrano con la carenza di fondi, e spesso servizi essenziali sono svolti da associazioni di volontariato. Spesse volte non si tratta di mancanza di volontà, ma di risorse. La fusione non risolverebbe nulla, anzi, aggraverebbe i problemi, creando enti più grandi, privi di identità e senza adeguate coperture finanziarie”.
“La nostra proposta alternativa è l’applicazione dello strumento dell’ Unione di Comuni con la lotta agli sprechi. È imperativo concentrare le nostre energie su azioni amministrative che elimino gli sprechi nei comuni e negli enti inutili, trovando così le risorse necessarie per servizi che necessitano di supporto. Questo può avvenire senza forzature o cancellazioni innaturali che annienterebbero l’identità locale. Dobbiamo impiegare le nostre forze nella ricerca di soluzioni alternative che abbiano sempre come fulcro la difesa dell’identità, delle radici, della storia e della cultura di ogni singolo paese”.
“Riteniamo che l’applicazione dello strumento giuridico dell’ Unione dei Comuni, come da me proposto anni fa durante il mio assessorato (ad esempio, l’Unione dei Comuni Lentini – Carlentini – Francofonte), rappresenti l’unica strada percorribile per permettere agli enti di funzionare efficacemente e gestire in modo utile i servizi che andrebbero razionalmente unificati, come ad esempio lo sono nel “Distretto Socio Sanitario””, conclude.
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