
Le cronache della politica sembrano incrociarsi ogni giorno con le notizie quelle che arrivano dai Tribunali, in questi giorni due ex parlamentari siciliani si sono visti notificare provvedimenti giudiziari di segno diverso.
Paolo Ruggirello, deputato all’Ars per tre legislature, originario di Paceco in provincia di Trapani, dopo la conferma della Cassazione della condanna a 12 anni per concorso esterno in associazione e mafiosa, e stato condotto in carcere dai carabinieri per scontare la pena residua dopo che fra carcere e arresti domiciliari, fino alla scadenza dei termini massimi di custodia cautelare lo scorso marzo, ne ha scontati già quasi sei.
Ruggirello, era stato eletto all’Ars nel centrodestra nel 2006 e nel 2008 con il Mpa di Raffaele Lombardo, e poi nel 2012 con la lista “Nello Musumeci presidente”, per passare al PD, con cui si ricandidò nel 2017 senza però essere eletto.
Era stato arrestato nel 2019 nell’ambito dell’inchiesta “Scrigno” della Dda di Palermo che aveva messo in luce un patto fra boss e politica, con la partecipazione di pezzi della massoneria deviata, per eleggere i rappresentanti all’Assemblea regionale e in alcuni comuni, tra cui Campobello di Mazara, dove era latitante il boss Matteo Messina Denaro.
L’altra vicenda è quella che si svolge a Messina, al capo opposto della Sicilia e coinvolge Francantonio Genovese, ex sindaco di Messina ed ex parlamentare regionale e nazionale del Pd, partito del quale è stato anche segretario regionale, prima di passare a Forza Italia.
Genovese è stato assoltodalla Corte di appello di Reggio Calabria, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di riciclaggio nell’ambito del processo Corsi d’oro bis.
Ma i guai per l’ex parlamentare sono tutt’altro che finiti.
Francantonio Genovese, padre di Luigi, il giovane presidente dell’Ast nominato due mesi fa in quota Mpa, è stato infatti condannato in via definitiva nel 2021 dalla Corte di Cassazione a 6 anni e 8 mesi per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione a delinquere, riciclaggio, frode fiscale e tentata concussione, nell’ambito di un’inchiesta sui corsi di formazione finanziati dalla Regione.
La pena era stata sospesa in attesa della conclusione del processo di Reggio Calabria che avrebbe potuto ridefinirla.
Una situazione paradossale, non appena passerà in giudicato, la sentenza di assoluzione aprirà quindi per Genovese le porte del carcere per scontare la pena.
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