Erano almeno duecento i fedeli che stamattina hanno partecipato al Pellegrinaggio comunitario delle Parrocchie di Augusta al Santuario dell’Adonai.
Il raduno era fissato per le 10 all’inizio della strada che dal resort che si affaccia sul canale di Brucoli conduce al santuario, noto anche come Eremo dell’Adonai, individuato dall’Arcivescovo di Siracusa tra le cinque Chiese Giubilari per l’Anno Santo 2025.
I fedeli, sotto il sole di quella che si è rivelata la prima giornata estiva, hanno percorso in corteo la strada sterrata di circa un chilometro che conduce al Santuario.
È stato un bel momento di unione e comunione della chiesa augustana, che ha vissuto momenti non sempre sereni.
In testa al pellegrinaggio c’erano i sacerdoti di tutte le parrocchie della città.
All’arrivo al santuario, il corteo dei pellegrini è stato accolto dal rettore don Palmiro Prisutto, che ha poi concelebrato la messa giubilare assieme ai confratelli sacerdoti.
Il decreto con il quale l’Arcivescovo di Siracusa, mons. Lomanto, ha individuato il Santuario dell’Adonai tra le chiese giubilari ha seguito l’indicazione di Papa Francesco che, nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’anno 2025, Spes non confundit, ha sottolineato come “il pellegrinaggio esprime un elemento fondamentale di ogni evento giubilare” e che “i pellegrini di speranza non mancheranno di percorrere vie antiche e moderne per vivere intensamente l’esperienza giubilare”.
Nella Bolla papale è anche riconosciuta l’importanza dei Santuari come “luoghi santi di accoglienza e spazi privilegiati per generare speranza”.
Ricordiamo che la partecipazione al Giubileo, secondo la dottrina cattolica, consente di ottenere l’indulgenza plenaria, “una grazia giubilare” che “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio” e “intende spronare gli animi dei fedeli a desiderare e alimentare il pio desiderio di ottenere l’indulgenza”.
Secondo le “Norme sulla concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo 2025”, possono ottenere l’indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati, i fedeli che siano “veramente pentiti”, “mossi da spirito di carità”, “che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice”.
Ma la giornata di oggi è stata anche l’occasione per visitare il Santuario, situato poco a nord della frazione di Brucoli, un luogo suggestivo e di grande spiritualità, che dopo la morte di frate Antonino da Carlentini, ultimo eremita, che visse all’Adonai per circa cinquant’anni, fu progressivamente abbandonato per alcuni decenni, e finì per diventare luogo di raid vandalistici e perfino sede per la celebrazione di messe nere.
L’impegno dell’attuale rettore, don Palrmiro Prisutto, nominato nel 1992, assieme a quello di un gruppo di volontari, ha consentito il recupero di quello che era ridotto ormai quasi a un rudere.
Grazie anche all’inserimento dell’eremo tra le opere finanziate con la legge di ricostruzione dopo il terremoto del 1990, che lo aveva seriamente danneggiato, il santuario è ora tornato ad essere un luogo praticabile e un valore per il territorio.
Il santuario è ora meta di turisti e di fedeli, ospita gruppi per ritiri religiosi e convegni, e da alcuni anni nella chiesetta si svolgono regolarmente le funzioni religiose che raccolgono una piccola comunità di fedeli.
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