Duro intervento dell’Associazione Nazionale Magistrati in difesa dei giudici del Tribunale di Catania che, con due diverse sentenze, hanno assolto un docente universitario (leggi l’articolo) e un militare accusati di violenza sessuale.
La giunta esecutiva della sezione di Catania dell’Associazione nazionale dei magistrati ha espresso con una nota diffusa alla stampa “disappunto per attacchi personali” che “hanno invece il solo fine di offendere le persone dei magistrati e i loro familiari”.
Alle motivazioni delle due sentenze è stato dato ampio risalto sulla stampa in questi giorni, suscitando reazioni, non solo sui social.
Una senatrice di Messina ha addirittura annunciato una interrogazione parlamentare e la richiesta al ministro della Giustizia di una ispezione al Tribunale di Catania.
Questo il testo del comunicato:
“La recente pronuncia del Tribunale di Catania è sotto l’attento vaglio dei media, fermo il rispetto dei limiti di continenza, verità, interesse pubblico e proporzionalità della notizia, la stampa, tutta, ha il diritto-dovere di esercitare il diritto di cronaca e di critica, quale cardine posto a fondamento delle democrazie.
Il clamore della decisione non muta, tuttavia, la fisiologia dell’esercizio della giurisdizione: all’esito del dibattimento vi può essere una pronuncia di assoluzione o di condanna e questa sarà soggetta agli strumenti di impugnazione.
Deploriamo, però, con forza le conseguenze ulteriori che si determinano anche sui social network: trascendendo dal commento tecnico, pur severo e critico, si lanciano delle vere e proprie gogne mediatiche, alimentando il linciaggio, addirittura verso le famiglie di coloro che hanno redatto il provvedimento.
La Giunta esprime, fermamente, il proprio disappunto nei confronti degli attacchi personali che, travalicando il legittimo esercizio del diritto di critica, hanno invece il solo fine di offendere le persone dei magistrati e i loro familiari”.
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